Repole, Giubileo occasione per nuovo approccio alla Sindone
13:20 Sabato 15 Marzo 2025
"Penso che l'anno giubilare che stiamo vivendo possa essere l'occasione per un approccio nuovo al Telo sindonico, grazie alle nuove tecnologie". A dirlo, nella conferenza stampa a Torino, al Polo teologico della Diocesi, in collegamento con la Sala stampa vaticana, è stato l'arcivescovo di Torino e custode della Sindone, cardinale Roberto Repole, per la presentazione delle iniziative organizzate per la Festa liturgica della Sindone e nell'ambito del Giubileo della Speranza, eventi che si terranno a Torino dal 28 aprile al 5 maggio. "Spero che questo nuovo approccio - ha sottolineato il cardinale - possa avvicinare nuove persone, anche molti i giovani". La Festa liturgica della Sindone a Torino, di cui non è prevista un'esposizione, "avviene nell'anno giubilare che ha per oggetto l'anno la speranza". A sottolinearlo, è stato l'arcivescovo di Torino e custode della Sindone, cardinale Roberto Repole, per la presentazione delle iniziative organizzate, in una conferenza stampa al Polo teologico della Diocesi, in collegamento con la Sala stampa vaticana. "Da una parte - ha riflettuto il cardinale - il volto e il corpo impresso nel Telo sindonico è il volto e il corpo di uno sconfitto dalla storia. Ci ricorda che è una vicenda di donne e uomini che percepiscono la vita da sconfitti. Pensavo - ha proseguito Repole - a quello che sta capitando in terreni di guerra, che tuti speriamo si risolvano. Pensavo a chi è malato, a chi vive il dramma della disoccupazione, agli anziani che si sentono soli e abbandonati. A chi è vittima di ingiustizie a moti livelli. Per molti la vita spesso ti consegna la prospettiva di un'esistenza sconfitta. In ogni caso, che lo vogliamo o no, siamo tutti sconfitti dalla morte. Abbiamo fatto tanti progressi, ma rimaniamo degli uomini normali. Allora mi pare veramente interessante, in una anno in cui, concentrati sul tema della speranza, essere rimandati a a tutte le dimensioni della vita che sembrano non dare speranza. Dobbiamo guardare a tutte queste situazioni con lucidità, senza fare finta che la vita sia gioiosa e felice". "Dall'altra parte quel telo - ha evidenziato il cardinale - è un invito a vivere la vita con speranza, perché direi che è anche il calco della Resurrezione, di qualcuno che non c'è più. In questo senso davvero apre alla speranza, che è sempre la fiducia che tutte le nostre sconfitte della nostra storia non siano l'ultima parola, ma solo nell'orizzonte dell'Eternità. È un orizzonte di speranza quel Telo che ci lascia Gesù, perché ci dice che ci sarà un giudizio sulla storia, di cui molti uomini e donne hanno bisogno". "Spesso - ha affermato l'arcivescovo Repole - rischiamo di confondere la speranza con l'illusione e l'ottimismo- La speranza invece interviene proprio laddove tu fai l'esperienza dell'abbandono e della drammaticità della vita, ma soprattutto della morte, ma nonostante questo continui ad avere fiducia. Nella tradizione cristiana - ha concluso il cardinale - la speranza è Dio e ciò che può costituire speranza è che guardiamo con occhio nuovo il volto sindonico: è anche il calco della Resurrezione, che dice che Dio può intervenire. Mi sembra non ci sia speranza in un mondo oggi chiuso su se stesso. Spero - ha detto in riferimento alle iniziative per la Sindone - possiamo così percepire la bellezza di un mondo aperto".