Crt, fuori Ghigo e Morgando.
Carta rosa di Cirio e Lo Russo
Oscar Serra 07:00 Venerdì 28 Marzo 2025
Prosegue l'impasse in Fondazione. Per completare il prossimo cda mancano ancora le indicazioni di Regione Piemonte e Comune di Torino. Cric e Croc cercano profili femminili, esterni al Cdi. Cade l'ipotesi Lubatti, stretta finale la settimana prossima
Cherchez la femme. Per sbloccare l’impasse in Fondazione Crt, Comune di Torino e Regione Piemonte potrebbero giocarsi la carta della donna. L’incontro informale che si sarebbe dovuto tenere ieri è saltato, la riunione sarà riconvocata la prossima settimana nei primi giorni di aprile. La presidente Anna Maria Poggi ha continuato ad assicurare l’intenzione di assecondare la volontà delle istituzioni pur confermando, allo stesso tempo, la necessità di preservare l’indipendenza della fondazione di via XX Settembre. Cammina su un filo la giurista ciellina, ben sapendo che la sua posizione è certo più forte rispetto a sei mesi fa ma non sufficientemente solida da consentirle di muoversi in totale autonomia. Ogni passo va ponderato e concordato.
In ballo c’è il prossimo consiglio d’amministrazione, il vertice della fondazione, vero centro di potere di Palazzo Perrone. I profili sin qui testati da Stefano Lo Russo e Alberto Cirio, per un motivo o per un altro, sono stati stoppati. L’ultimo è quello di Claudio Lubatti, già consigliere e assessore comunale a Torino, un passato nel Pd e poi in Azione, era stato in giunta con Piero Fassino e preserva storicamente un rapporto di amicizia con Lo Russo, ma l’essere dipendente con ruoli apicali in Intesa Sanpaolo rende se non incompatibile perlomeno inopportuna la sua presenza nel board di un azionista di spicco di Unicredit. Sia come sia, l’unica certezza è che il suo nome non è più nel novero dei possibili candidati. Anche l’ex governatore Enzo Ghigo, proposto da Cirio, si starebbe scontrando con fortissime resistenze, dentro e fuori il consiglio d’indirizzo. Un esterno, lui, proprio come Gianfranco Morgando, un tempo mentore del sindaco di Torino, altro nome comparso sulla ruota di via XX Settembre: le due figure un po’ si tengono, se la marcata connotazione politica rappresenta un ostacolo per il primo, com’è stato fatto notare al governatore, sembra difficile che possa arrivare il semaforo verde per il secondo.
E così resta lo stallo. I colloqui informali proseguono mentre s’attendono indicazioni chiare dal quarantesimo piano del grattacielo della Regione, dove pare che Cirio si sia imputato sul suo predecessore più per mancanza di alternative piuttosto che per reale convinzione. La sensazione è che a questo punto sia Cirio sia Lo Russo andranno a cercare un esterno, anzi due esterne, giacché se era nel Cdi che intendevano pescare a quest’ora l’avrebbero già fatto. Un lavoro di tessitura in cui la presidente Poggi è affiancata da Giampiero Leo, tornato dopo alcuni screzi a dialogare con il governatore.
Mancano poco più di due settimane al 14 aprile, data in cui dovrà essere designato il nuovo cda. Più definite le altre posizioni con la Camera di Commercio di Torino che in un primo tempo avrebbe dovuto promuovere nel cda Cristina Di Bari in modo da liberare un posto nel Cdi da assegnare a un esponente dei commercianti a salvaguardia del patto che porterà Massimiliano Cipolletta alla guida di Palazzo Birago con il sostegno dell'Ascom di Maria Luisa Coppa. Con i due mandati già svolti nel Consiglio d'indirizzo da parte della Di Bari, però, il limite imposto dal Mef per i nominati in Fondazione potrebbe essere raggiunto, secondo alcune interpretazioni, ma questo è il momento in cui la Poggi preferisce aggirare ogni possibile mina. Per questo, per accontentare la Coppa, nel futuro board dovrebbe finirci Enzo Pompilio D’Alicandro, imprenditore della logistica e vicepresidente uscente della Camera di Commercio, legatissimo a via Massena. Escluso, nonostante le sue comprensibili ambizioni, il ripescaggio di Dario Gallina, ex presidente degli industriali e prossimo a lasciare il timone della Camera di Commercio. Per quanto riguarda il rappresentante dell’Università l’ingegnere Luca Settineri, ex vicerettore del Politecnico, pare decisamente in vantaggio sullo storico Vincenzo Ferrone, che pure può contare su un rapporto stretto con la Poggi. È proprio la sua presenza al vertice della fondazione che provocherebbe, in caso di nomina di Ferrone, una sovra rappresentazione di UniTo rispetto all’altro ateneo di Torino. Residuale, invece, l’ipotesi dell’ex rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi. Le uniche due donne pressoché certe sono invece l’imprenditrice Roberta Ceretto, antica famiglia di vignaioli, grazie ai buoni rapporti con Guido Crosetto, e Luisa Vuillermoz, eporediese ma valdostana d’adozione, direttrice della Fondation Grand Paradis.


