L'egemonia (agri)culturale di FdI del "caimano" meloniano
07:00 Venerdì 18 Aprile 2025Vanga e moschetto, assessore perfetto. Bongioanni, equipollente piemontese di Lollobrigida, segue le orme del ministro. Un reggimento di 400 dipendenti, distribuisce milioni (di Bruxelles), fa tanta propaganda e ha in testa un Min-Cult-Agri (ricorda niente?) regionale
Dal mite Marco Protopapa, delicato abatino leghista, voce bassa e toni vellutati, così distante dal caciarone (e truce) Matteo Salvini, al ben più pittoresco Paolo Bongioanni, detto “il caimano”, il salto è stato netto. Un passaggio di consegne che ha portato al vertice dell’assessorato all’Agricoltura del Piemonte – reggimento da 400 dipendenti – un personaggio dal temperamento esuberante e dal lessico bellico. Peccato che, al netto della mascella volitiva e dello sguardo predatorio, le politiche agricole della Regione siano rimaste grosso modo le stesse.
D’altronde con un bilancio in larga parte telecomandato da Bruxelles e Roma e margini di manovra regionali ridotti a qualche spicciolo (30-40 milioni l’anno a fronte di un totale che sfiora il mezzo miliardo), la differenza la fanno più gli annunci che le azioni. Ma Bongioanni non si scoraggia: proclama, posta, comunica. Con un entusiasmo degno di miglior causa rivendica ogni intervento, che sia finanziato dalla Regione, dallo Stato o dall’Ue. E lo fa con l’enfasi di un Garibaldi che ha appena conquistato Calatafimi.
Il suo ultimo cavallo di battaglia è il brand “Eccellenza Piemonte – Piemonte is”. Una trovata che ha fatto storcere il naso a più di uno, evocando lo spettro di quel “Pie-munto” lanciato una decina anni fa da un suo predecessore piddino (tal Giorgio Ferrero da Pino d’Asti, assessore all’Agricoltura con Sergio Chiamparino) e subito dimenticato. Stavolta, però, non è solo latte: il nuovo logo, sbandierato a Roma con la collega e sorella d’Italia Elena Chiorino e poi ripresentato al Vinitaly, promette di essere la chiave di volta dell’export agroalimentare piemontese. Almeno a sentir lui. “Piemonte Is”, spiega l’assessore in un trionfale comunicato, “racconta un sistema che unisce tradizione, territorio e innovazione”. Parole importanti, magari un po’ troppo per un logo che, per ora, ha convinto più gli uffici stampa che i produttori. “Ha letteralmente spaccato”, assicura Bongioanni. Cosa, dove e a chi, non è dato sapere.
Non pago, l’assessore snocciola numeri e bandi come fossero perle rare: 32,5 milioni per i giovani agricoltori (grazie a economie da precedenti programmazioni), 19 milioni per il vino (tutti fondi Ue), bandi in arrivo “con respiro strategico”. E poi, immancabili, ringraziamenti a pioggia, dal ministro Francesco Lollobrigida al Governo e, ci mancherebbe, al governatore Alberto Cirio, passando per staff, collaboratori e portatori d’acqua. Generoso di incarichi e sempre attento a farcire di sodali di partito la struttura. Capo di gabinetto è Rocco Pulitanò, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Mondovì, vicepresidente dell’Atl Cuneo (dove lo stesso Bongioanni è stato a lungo dominus incontrastato) e responsabile Enti locali per la Granda dei meloniani. Denis Scotti è invece coordinatore cittadino di Cuneo di FdI, consigliere comunale di Vignolo e neopresidente regionale del Comitato 10 Febbraio, che promuove la memoria delle foibe.
Ogni atto ordinario – anche solo l’attuazione delle politiche europee – viene rivestito di aura epica, come se si trattasse della riforma agraria del XXI secolo. E mentre si attende la prossima mossa del caimano indomito, si mormora che voglia ribattezzare l’assessorato in “Ministero della Cultura Unificata Agricola e della Ruralità Italiana”. Con tanto di acronimo: MIN-CULT-AGRI.