CAPITALISMO MUNICIPALE

Iren non lascia in bolletta i vertici. Stipendi milionari per Bufo & C.

I Comuni incassano, i top manager brindano. L'ad si metterà in saccoccia quasi un milione e duecentomila euro, poco meno il presidente Dal Fabbro (700mila) e il vice Ferretti (600mila). Un triumvirato che si regge sui dividenti assicurati ai sindaci

Altro che bollette salate, qui a gonfiarsi sono solo le buste paga. Iren non lascia certo al verde i suoi vertici. Presidente, vicepresidente e amministratore delegato della multiutility percepiranno complessivamente 2.374.504. Per carità, non siamo ai livelli dei paperoni di Piazza Affari, ma non c’è di che lamentarsi. Cifre che, per quanto possano (forse) essere considerate in linea con il mercato di riferimento, avrebbero suscitato più di un mugugno nella platea degli azionisti, soprattutto vista la natura pubblica della proprietà. Azionisti, infatti, sono i Comuni di Genova tramite la controllata Fsu (18,851%), Torino (13,803% attraverso Fct), Reggio Emilia e altri comuni della provincia (6,423%), Parma (3,163%), Piacenza (1,37%), La Spezia e altri comuni della provincia (1,5%), altri comuni italiani (0,04%) oltre a Compagnia di San Paolo (3,848%) e Metro Holding Torino (5,371%). Il resto è costituito da azioni proprie e un 41,96% di flottante. A dar retta ai rumors, dai piccoli investitori potrebbero levarsi qualche voce di protesta.

Il 24 aprile l’assemblea degli azionisti, convocata a Piacenza nella suggestiva Sala Arazzi della Galleria Alberoni per deliberare sul bilancio d’esercizio 2024, assieme alla proposta di pagamento del dividendo (pari a 12,83 centesimi di euro per azione, in crescita dell’8% rispetto allo scorso anno) approverà anche il piano di remunerazioni per il nuovo board, in larghissima parte riconfermato.

Mistero Bufo

Secondo il prospetto sintetico contenuto nella relazione approvata il 1° aprile dal cda uscente il compenso di gran lunga più elevato spetta a Gianluca Bufo, amministratore delegato e direttore generale (mantenendo, pur senza cumulare la retribuzione, il posto in Iren Mercato). Il manager 52enne, veneziano d’origine ma genovese d’adozione (anche politica, essendo stato indicato da Marco Bucci agli sgoccioli del suo mandato di sindaco in base ai patti parasociali tra i soci pubblici) riceverà nell’anno in corso 1 milione 147 mila 260 euro lordi, così composti: 405 mila retribuzione annua lorda, 57 mila come amministratore delegato, 140 mila 130 euro (valore a target) come Piano incentivazione a breve termine pari al 34,6% della retribuzione annua lorda; più 405 mila euro come incentivazione a lungo termine e un premio variabile per realizzazione di progetti strategici, non superiore al target dell’incentivazione a breve termine che è, come abbiamo visto, di 140 mila 130 euro. Nell’ipotesi che i target vengano tutti centrati e la premialità variabile sia quella massima, Bufo si metterà in saccoccia quasi un milione e duecentomila euro. Spoiler: gli obiettivi verranno raggiunti.

Dal Fabbro, comandante in chief

Inferiore, ma non troppo, lo stipendio di Luca Dal Fabbro, presidente esecutivo che dopo aver assunto su di sé le deleghe operative durante l’interregno seguito alla capitolazione di Paolo Emilio Signorini, ha mantenuto un pacchetto sostanzioso di responsabilità: Comunicazione e Relazioni Esterne, Internazionalizzazione, Public Affairs e Progetti Strategici, Affari Regolatori, Innovazione, Finanza e Investor relations, Segreteria Societaria e M&A. E, soprattutto, come per il vicepresidente, è diventato a tutti gli effetti manager del gruppo. L’ingegnere milanese – che fa la spola tra Roma, Torino, Genova – riceverà una retribuzione annua di 260 mila euro, cui si aggiungeranno 80 mila euro di incentivi a breve termine e altri 260 mila euro per incentivi a lungo termine (valore a obbiettivi raggiunti o superati). Se centra tutti gli obiettivi – e perché mai non dovrebbe? – con l’aggiunta della premialità variabile massima di altre 80 mila euro, lo stipendio lordo del numero uno di Iren raggiungerà i 680 mila 160 euro.

Ferretti la mette sul Personale

Non vive certo di stenti il vicepresidente, pure lui esecutivo, il reggiano Moris Ferretti che ha la responsabilità su Affari Societari, Corporate Social Responsibility e Comitati Territoriali, Internal Audit e Compliance, ma soprattutto Personale e Organizzazione, quest’ultima delega vero fulcro del suo (ampio) potere interno. La sua “busta paga” supera il mezzo milione, partendo da una retribuzione annua di base di 198 mila euro e raggiungendo i 547 mila 084 euro nel caso, più che probabile, del massimo di premialità variabile per i progetti strategici.

Benefit, privilegi e un Cda da 30mila euro a testa

A questi emolumenti per il trio di vertice si aggiungono piani previdenziali, piani assicurativi e sanitari, l’auto aziendale a uso promiscuo e l’alloggio. Ai consiglieri di amministrazione non esecutive spettano 30 mila euro l’anno lordi, più rimborsi. Anche ai dirigenti con responsabilità strategiche sono riconosciuti il raddoppio dello stipendio per obiettivi raggiunti a lungo termine, e un aumento per incentivi a breve termine.

I dividendi che addolciscono

E se qualcuno tra gli azionisti storce il naso, basta ricordargli che quest’anno Iren distribuirà 268 milioni di utili: 23 milioni a Torino, 9 alla Città Metropolitana, 31,5 a Genova, 10,7 a Reggio Emilia. A qualcuno potrebbero anche sembrare numeri da giustificare stipendi a sei zeri. Ma a guardare le bollette, chissà se anche i cittadini la pensano allo stesso modo.

Leggi qui il Piano di remunerazioni Iren

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