Un piano sanitario copia & incolla.
"Nulla sui nodi critici del Piemonte"
Stefano Rizzi 18:06 Martedì 29 Aprile 2025
Il testo portato dall'assessore Riboldi in commissione è un mix di vari studi, soprattutto quello (edulcorato) della Bocconi. Non una parola sui Pronto Soccorso e i punti nascite. Valle (Pd): "La montagna ha partorito il topolino. Solo una fotografia dell'esistente" - LEGGI IL DOCUMENTO
“La montagna che partorisce il topolino”. Incomincia in ritardo e tutta in salita la strada del nuovo piano sanitario del Piemonte la cui parziale e vaga anticipazione fornita oggi dall’assessore Federico Riboldi in IV commissione di Palazzo Lascaris rimedia un prevedibile, ma non per questo meno pesante, pollice verso dell’opposizione.
Alla metafora il vicepresidente della stessa commissione, Daniele Valle del Pd, fa seguire ampi e continui tratti di matita rossa sulla quarantina di pagine con cui l’assessore di Fratelli d’Italia ha inteso rispondere alle ripetute sollecitazioni delle minoranze che da settimane chiedono conto dello stato dell’arte dell’atteso strumento di programmazione sanitaria. “Un taglia e cuci dei documenti dell’Università Bocconi, del Csi e dei contributi di altri assessorati”, questo e non più di questo è per Valle il dossier intitolato “Proposte ed azioni preliminari per il piano sociosanitario della Regione Piemonte”.
Per l’esponente dem, testa d’ariete del principale partito d’opposizione sul fronte sanitario, si tratta di “un documento che si limita, tra più di un inglesismo e un neologismo, a ribadire alcune ovvietà: la popolazione che invecchia, la necessità di offrire servizi sul territorio, costruire rapporti tra hub e spoke, le aziende sanitarie che si comportano in maniera disomogenea”.
Temi e modalità descrittive che paiono prese a piene mani proprio dallo studio predisposto dalla Bocconi e di cui lo Spiffero aveva dato ampia anticipazione nei giorni scorsi, evidenziando alcuni punti particolarmente critici. Ma proprio la spada di Damocle che lo stesso documento, oltre a norme di legge, fa pendere su sei Pronto Soccorso con accessi annui al di sotto della soglia di 15mila, così come la questione dei cinque punti nascita destinati a chiusura in base a chiari parametri nazionali, non si scorgono neppure in controluce nel documento portato da Riboldi in commissione. “Non una parola su come affrontare temi concreti” attacca Valla. E cita proprio “i punti nascita sotto soglia, le strutture complesse che non raggiungono una massa critica sufficiente per sviluppare competenze e garantire sicurezza, le difficoltà di reclutamento di personale, le liste d’attesa fuori controllo, i piccoli Pronto Soccorso e i reparti tenuti aperti solo con i gettonisti, le aziende sanitarie piccole rispetto alla media nazionale”.
Leggi qui il documento presentato
In una nota la capogruppo del Pd, Gianna Pentenero insieme alla consigliera Monica Canalis e allo stesso Vallle scrive: “Gli assessori Riboldi e Maurizio Marrone sono venuti in Commissione presentando un piano che descrive lo status quo e, con la scusa del coinvolgimento, non pone basi per alcuna soluzione. Noi conosciamo benissimo quali sono i problemi che i piemontesi e le piemontesi vivono in campo sanitario e sociale. Conosciamo le carenze nella cura degli acuti, i tempi delle attese per gli esami, la scarsità di rete domiciliare. Assessori vi aiuteremo volentieri a trovare una via d'uscita, perché per il momento, ci sembra siate in un vicolo cieco” .
Una versione edulcorata, per non dire epurata, dei nodi che in un modo o nell’altro la Regione e in particolare l’assessore alla Sanità dovrà sciogliere. Questo appare quel che è ancora lontano dall’essere una bozza di piano sanitario. Dove, tuttavia, la minoranza non ha fatto fatica a trovare pure quella che viene definiti “una benevola inesattezza”. Si legge, annota Valle “per esempio, che il Piemonte è in pareggio sulla mobilità tra regioni mentre è in passivo di 8 milioni. E, ancora, si legge che il Piemonte è sopra la media nazionale per posti letto in strutture residenziali per la salute mentale, mentre secondo lo studio Bocconi la nostra regione conosce una minore dotazione di personale nei dipartimenti di salute mentale rispetto alla media nazionale e alle regioni benchmark”.
Insomma se l’opposizione era pronta a fare le pulci, la presentazione fatta oggi da Riboldi non ha certo reso più difficile l’impresa. “Ancora più grave – aggiunge il consigliere piddino – è che anche sul percorso di confronto non c’è stata alcuna chiarezza, né sui tempi. Dopo i proclami roboanti che vedevano l’approvazione entro il mese scorso, ora l’assessore si è ben guardato dall’offrire prospettive chiare, fissando un nuovo termine per l'approvazione entro l'estate”. E se la strada in salita, nel confronto con le altre forze politiche, è incominciata soltanto oggi è tutto da scoprire il prosieguo con gli operatori del settore e, non di meno, con le amministrazioni locali. Lì la strada potrebbe farsi ripido e scosceso sentiero.