SANITÀ

Schael non firma il bilancio. Ballano i conti della sanità

Il commissario della Città della Salute rinvia l'ok al documento redatto dall'ex vertice. Incombono l'esposto dei revisori dei conti e l'inchiesta della Procura. L'esito della verifica potrebbe pesare al tavolo del Mef. Si riaffaccia il piano di rientro per il Piemonte?

Conti che non tornano e più di qualcosa che non va. Quanto basta a Thomas Schael per non firmare il bilancio consuntivo del 2024 che ha trovato al suo insediamento quale commissario della Città della Salute di Torino. Più precisamente, per rimandare la sottoscrizione del documento contabile alla fine di una meticolosa verifica e dopo eventuali osservazioni e modifiche. Una procedura che si annuncia tutt’altro che breve. 

Sicuramente il bilancio della più grande azienda ospedaliera del Piemonte, ma anche quella da anni con pesantissimi disavanzi e con un’inchiesta della magistratura fondata proprio sui conti, non solo non ha rispettato la scadenza di consegna in Regione fissata a fine aprile, ma segnerà un forte ritardo anche rispetto al tavolo ministeriale di verifica previsto a fine mese. La notizia, custodita nel più rigoroso riserbo nei contatti tra corso Bramante e il grattacielo del Lingotto, facilmente solleverà ulteriori polemiche e preoccupazioni anche legate all’ipotesi del piano di rientro per la sanità piemontese che potrebbe farsi più concreta nel caso in cui, passato al microscopio, il bilancio della Città della Salute riservasse sorprese con un rosso dei conti decisamente più intenso di quello anticipato nel documento preconsuntivo.

Più tempo per rifare i conti

La decisione di Schael di chiedere più tempo, molti di più di quanto richiesto da altre aziende tra cui l’Asl Città di Torino che dopo non più una settimana rispetto alla scadenza proprio oggi invia in Regione il suo bilancio che chiude con un disavanzo attorno ai 70 milioni, non stupisce più di tanto. Anzi, per molto versi, appariva pressoché scontata. Il manager tedesco, finito nella bufera per alcune sue discusse disposizioni, resta pur sempre quel mastino dei conti che arrivò in Piemonte inviato da Agenas per evitare, riuscendovi, che il lungo piano di rientro scattato una decina di anni fa si trasformasse nell’ancora più pesante commissariamento. La sua nomina, peraltro osteggiata da più parti, è stata motivata dall’assessore Federico Riboldi proprio per mettere ordine in corso Bramante e dare impulso, nella piena legalità, alla principale azienda ospedaliera del Piemonte.

Esposto dei revisori e inchiesta

C’è poi un precedente importante. Nel dicembre del 2023 il collegio sindacale, ovvero l’organismo indipendente che deve vidimare i bilanci, inviò alla Procura della Repubblica un esposto, da cui sarebbe scaturita parte dell’inchiesta successiva, in cui si denunciava “un parziale disordine amministrativo, frutto di negligenze ed omissioni apparentemente riconducibili al passato, ma che si riflettono ed hanno conseguenze sull’attuale gestione”., segnalando che “i fatti potrebbero avere impatto sulla correttezza e veridicità dei dati di bilancio”. 

Quanti strascichi di quel disordine amministrativo possono essersi riversati nel bilancio che il commissario vuole passare, con i suoi collaboratori a partire dal direttore amministrativo Gianpaolo Grippa, ai raggi x prima di apporvi la sua firma? Le ragioni dell’atteggiamento di Schael sarebbero esplicitate in una lettera di un paio di pagine che il commissario ha inviato ai vertici regionali, motivando appunto il suo diniego a sottoscrivere un atto che nella sua fase finale è stato segnato da una serie di trasferimenti, abbandoni e rincalzi al vertice di corso Bramante.

La precedente gestione

L’ex direttore generale Giovanni La Valle il primo gennaio ha assunto la guida dell’Asl To3, la direttrice amministrativa Beatrice Borghese cui era stato affidato l’interim a capo dell’azienda si sarebbe dimessa l’11 gennaio con decorrenza alla fine dello stesso mese e in plancia di comando restò fino al primo di marzo il direttore sanitario Emanuele Ciotti. Due mesi dopo il suo insediamento, davanti al bilancio, il commissario posa la penna. Quando la riprenderà in mano per firmarlo, è un’incognita. Così come lo è il risultato che si avrà quando da corso Bramante uscirà il consuntivo definitivo per l’anno passato, rivisto in tutte le sue parti senza escludere quella patrimoniale che potrebbe riservare sorprese.

La scure del piano di rientro

Non meno incerto, alla luce della decisione di Schael e dei tempi che ne conseguiranno, l’esito del tavolo di verifica presso il Mef. Seppure non più presieduto da una “dura” come l’ispettore generale capo della Ragioneria dello Stato Stefania Lorella Adduce, l’ex tavolo Massicci resta pur sempre un passaggio cruciale da cui uscire salvi, oppure con il piano di rientro sul groppone. Un pesante fardello, per non dire un incubo, per la sanità piemontese che, oggi, potrebbe dipendere più che mai dalle cifre che, alla fine, saranno messe nero su bianco per la Città della Salute. Con la firma del commissario.

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