In Piemonte mancano 6mila infermieri, la Regione fa un bando per assumerne 17
Stefano Rizzi 12:00 Lunedì 12 Maggio 2025Nella Giornata internazionale dedicata agli "eroi" del Covid, l'avviso per il reclutamento suona come una beffa. Leli (Azienda Zero): "Solo un tecnicismo, i numeri sono ben maggiori". L'allarme dei sindacati. Valle (Pd): "Serve un investimento vero sul personale"
Più che un augurio, una beffa. Certo non la risposta attesa proprio nella giornata in cui si celebra la professione dell’infermiere. Già, perché quel bando per assumere nuovi professionisti pubblicato da Azienda Sanitaria Zero non sfida solo la jella, ma supera abbondantemente la soglia del ridicolo. Non fosse che la questione è seria.
In un Piemonte dove la fame di infermieri si conta in migliaia, la Super Asl diretta da Adriano Leli che fa? Pubblica sul sito un bando che testualmente recita: “Concorso pubblico per titolo ed esami per la copertura di n.17 posti di infermiere da assegnare alle seguenti Asl (un posto per ciascuna azienda)”. Nessun errore, sono proprio 17. Certo, poi c’è una postilla in cui si precisa come il numero degli assunti possa crescere a “copertura degli ulteriori fabbisogni che verranno nel frattempo rappresentati dalle singole aziende sanitarie. Un’aggiunta che invece di tranquillizzare accresce le preoccupazioni. E si perché se fino ad oggi ogni Azienda sanitaria e ospedaliera ha chiesto di assumere solo un infermiere c’è più di qualcosa che non va.
“Al sistema sanitario piemontese mancano circa 6mila infermieri, 21.504 quelli impiegati nelle 18 aziende sanitarie e molte di esse ancora non riescono neppure a coprire il turnover”, spiega Francesco Coppolella, segretario regionale del sindacato Nursind. “Poveri, umiliati e stremati. La nostra professione è diventata una condanna, altro che vocazione”. Queste le parole di Antonio De Palma, presidente di un’altra sigla di rappresentanza, Nursing Up. “Oltre 20mila dimissioni volontarie in soli nove mesi del 2024, un esodo mai visto prima. Un +170% rispetto al 2023. E se nulla cambia, a fine anno saranno più di 30mila gli infermieri in fuga dal servizio sanitario nazionale”, avverte De Palma. Il sindacato chiede per la categoria un Piano Marshall, “perché Il 12 maggio non può più essere solo una celebrazione. Siamo al punto di non ritorno. O si salva la professione infermieristica ora, o la sanità pubblica crolla. E con essa l’Italia che si prende cura dei cittadini”.
Cifre sideralmente lontano a quelle briciole contenute nel bando che, sarà sì come spiega Leli “mirato a assumere numeri ben maggiori seguendo le indicazioni dell’Osservatorio”, ma nella forma che in questo caso è sostanza resta quell’infermiere, e non di più, per ciascuna azienda. “Ogni nuovo assunto è una buona notizia, ma il Piemonte ha bisogno di altri numeri, di un investimento serio sul personale”, osserva non senza sarcasmo Daniele Valle, consigliere regionale del Pd e vicepresidente della commissione Sanità di via Alfieri. “Più infermieri vuole dire migliori condizioni di lavoro, ma anche sfruttare al meglio il potenziale medico e infrastrutturale che abbiamo. Azienda zero – aggiunge Valle - deve fare da regia a operazioni regionali di grande impatto, lavorare da regista del sistema”. E magari, pur se giustificati da astrusi tecnicismi, fare attenzione ai titoli di testa. Trasformare un dramma in farsa è un attimo.