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Unito a metà tra Prandi e Caterina: rush finale tra i due aspiranti rettori

Tra due giorni il secondo turno delle elezioni per scegliere il successore di Geuna: dopo il ritiro di Scomparin alla docente di chimica bastano 300 voti per vincere, l'ex direttore di Giuriprudenza punta sulla discontinuità per ribaltare i pronostici.

Ultime ore di campagna elettorale per i due aspiranti rettori dell’Università di Torino. Dopo il ritiro di Laura Scomparin della settimana scorsa, la chimica Cristina Prandi e il giurista Raffaele Caterina si preparano al secondo turno, dopo essere arrivati rispettivamente prima e secondo alla prima tornata del 28-29 maggio. Cinquemila persone tra personale docente, ricercatori, rappresentanti degli studenti e impiegati amministrativi sono chiamati alle urne tra mercoledì e giovedì. Gli elettori sono chiamati a scegliere tra un programma in continuità con la gestione di Stefano Geuna, quello di Prandi e del suo candidato prorettore, lo storico Gianluca Cuniberti; e la proposta “di rottura” di Caterina, che ha più volte criticato l’eccessivo accentramento e la scarsa trasparenza del rettore uscente. L’ex direttore del dipartimento di Giurisprudenza, che ha scelto come prorettrice la docente di veterinaria Paola Sacchi, sostiene la necessità di un cambiamento radicale nella gestione dell’Ateneo, al contrario della sua sfidante, che con Geuna è stata anche la vice rettrice, condividendo molte delle sue scelte.

Nessun apparentamento

Il ritiro di Laura Scomparin – e del suo braccio destro, l’anestesista Luca Brazzi – rimescola le carte in tavola, ma l’esito di questa mossa resta un’incognita: la penalista, dopo essersi classificata terza al primo turno, non ha dato indicazioni di voto per uno dei due candidati, né dato vita ad apparentamenti, nonostante le offerte del suo collega di dipartimento Caterina, con cui sconta divergenze programmatiche e ideologiche: marcatamente progressista Scomparin, moderato e vicino a Comunione e Liberazione Caterina. Inoltre anche lei è stata vicerettrice nei sei anni di Geuna, e quindi rappresentante di una gestione che il giurista giudica insoddisfacente. Quindi se il forfait di Scomparin può da un lato ricompattare il dipartimento di Giurisprudenza, che avrebbe un solo candidato da sostenere, dall’altro può far fluire il voto progressista verso Prandi, a cui servono poco più di 300 voti per vincere, dopo essersi fermata poco sopra il 40% due settimane fa. Ragion per cui la chimica parte decisamente favorita. Al giurista ciellino l’onere di ribaltare il pronostico: ha ancora due giorni per convincere delusi e indecisi.

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