LA SACRA FAMIGLIA

Elkann fa shopping all'estero: nel borsello 2 miliardi per acquisizioni

La holding della famiglia Agnelli, Exor, ha annunciato l'intenzione di fare un'importante acquisizione industriale, da realizzarsi in una società con base negli Stati Uniti o in Europa. La grana proviene dalla cessione parziale della quota di Ferrari

Un nuovo capitolo si apre per Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann, che si prepara a investire 2 miliardi di euro (circa 2,3 miliardi di dollari) in una società americana o europea, sfruttando i proventi della recente vendita di una quota di Ferrari. Lo ha rivelato il direttore finanziario Guido de Boer in un’intervista esclusiva a Bloomberg, lasciando intendere che la holding olandese degli Agnelli è a caccia di un’opportunità che possa “spostare l’ago della bilancia” nel suo portafoglio. Un’operazione ambiziosa, che punta a replicare il successo dell’investimento in Philips, ma con un occhio sempre attento al lungo periodo e alla stabilità.

Un tesoro da 3 miliardi

La mossa arriva dopo la cessione, a febbraio 2025, di circa il 4% delle azioni Ferrari da parte di Exor, un’operazione che ha fruttato 3 miliardi di euro. Parte di questi fondi, come annunciato, sarà utilizzata per un programma di riacquisto di azioni proprie da 1 miliardo di euro, mentre i restanti 2 miliardi sono destinati a un’acquisizione di peso. L’obiettivo? Acquistare una partecipazione compresa tra il 10% e il 15% in una società con un valore di mercato attorno ai 20 miliardi di euro, diventandone il principale azionista. “Cerchiamo aziende sottovalutate, con un potenziale di crescita e dove possiamo portare valore con la nostra esperienza industriale e logistica”, ha spiegato De Boer.

Il modello di riferimento è l’ingresso in Philips, avvenuto nel 2023 con un investimento di 2,6 miliardi di euro per una quota del 15%, salita oggi a quasi il 19%. Un’operazione che ha rafforzato la presenza di Exor nel settore della tecnologia sanitaria e ha consolidato la sua reputazione come investitore di lungo termine. “Philips ci ha dato visibilità nei Paesi Bassi, attirando l’attenzione di investitori e talenti”, ha aggiunto De Boer, sottolineando come la sede di Amsterdam rimanga un punto di forza per la holding. “Le regole sono stabili, il mercato azionario è internazionale e l’ambiente è attrattivo per le tredici nazionalità che lavorano con noi”.

Portafoglio diversificato, ma l’auto pesa

Nonostante la vendita parziale della quota in Ferrari, Exor rimane il maggiore azionista della casa di Maranello, con circa il 20% delle azioni e il 30% dei diritti di voto. Il peso del settore automobilistico resta centrale: Ferrari e Stellantis, infatti, rappresentano quasi il 60% del valore patrimoniale lordo di Exor, con un aumento combinato di 8,2 miliardi di euro nel 2023. Tuttavia, la holding non si limita alle quattro ruote. Negli ultimi anni, sotto la guida di John Elkann, Exor ha diversificato il suo portafoglio, investendo in settori come sanità (Philips, Institut Mérieux), lusso (Christian Louboutin, Shang Xia), tecnologia (Via Transportation, MyTvs) e media (The Economist, Gedi Gruppo Editoriale).

L’approccio di Exor è chiaro: cercare aziende con un potenziale non pienamente riconosciuto dal mercato, dove possa esercitare un ruolo attivo come azionista di riferimento. “Non ci interessano le aziende farmaceutiche”, ha precisato De Boer, “ma puntiamo su realtà che possano beneficiare della nostra esperienza nella produzione industriale e nella logistica”. Un esempio recente è l’investimento del 2022 in Institut Mérieux, con 833 milioni di euro per il 10% della società francese attiva nella salute pubblica, o la partnership con Impala per TagEnergy, nel settore delle energie rinnovabili.

Amsterdam, il quartier generale

La scelta di mantenere la sede ad Amsterdam non è casuale. Dopo il trasferimento da Torino nel 2016 e la quotazione a Euronext Amsterdam nel 2022, Exor ha trovato nei Paesi Bassi un ambiente ideale per operare a livello globale. “Se dovessimo scegliere di nuovo, sceglieremmo ancora Amsterdam”, ha ribadito De Boer, sottolineando la stabilità regolamentare e l’attrattiva del mercato olandese. Questo posizionamento ha permesso a Exor di attrarre talenti internazionali e di essere percepita come un attore chiave negli investimenti globali.

Prossimi passi: il colpaccio

Sebbene De Boer non abbia fornito una tempistica precisa per la nuova acquisizione, il messaggio è chiaro: Exor è pronta a fare un passo importante. Con un Net Asset Value (NAV) di circa 35 miliardi di euro nel 2023 e una capitalizzazione di mercato di quasi 17 miliardi, la holding ha le risorse e la credibilità per attrarre opportunità di alto profilo. Gli occhi sono puntati su Europa e Stati Uniti, con un focus su settori come sanità, tecnologia e lusso. La strategia di Exor, come sempre, sarà quella di costruire valore a lungo termine.

print_icon