Città della salute, via al processo: faro sul (doppio) ruolo del perito
17:00 Martedì 10 Giugno 2025All'udienza preliminare l'azienda e la Regione Piemonte si preparano a chiedere 10 milioni di risarcimenti agli ex dirigenti. Sedici i manager che rischiano di finire alla sbarra per truffa e falso in atto pubblico. Il caso delle mail di Manacorda su un bilancio poi bocciato
Entra nel vivo, con l’apertura dell’udienza preliminare, l’inchiesta giudiziaria sulla Città della Salute di Torino, il colosso sanitario piemontese, che mette sotto accusa 10 anni di bilanci truccati. Sedici ex manager, tra cui l’ex direttore generale Giovanni La Valle e l’ex direttrice amministrativa Beatrice Borghese, sono chiamati a rispondere di gravi irregolarità contabili, con un buco stimato superiore ai 10 milioni di euro. La procura, guidata dai pm Mario Bendoni e Giulia Rizzo, punta il dito su presunti reati di truffa e falso ideologico in atto pubblico, legati a crediti mai riscossi, ticket evaporati e alla mancata applicazione del “Fondo Balduzzi”, quella trattenuta del 5% sulle attività di libera professione che l’azienda avrebbe dovuto incassare.
Questa mattina, davanti al gup Valentina Rattazzo, l’azienda ospedaliera, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Vacca, ha chiesto di costituirsi parte civile, insieme alla Regione Piemonte e ad alcuni sindacati dei medici. Una mossa che segna una netta presa di distanze dalla gestione passata, con l’azienda pronta a reclamare un risarcimento milionario per danni materiali e d’immagine. I ministeri della Salute e dell’Economia invece hanno scelto di non costituirsi, una decisione che ha fatto storcere il naso ai nuovi vertici della Città della Salute.
Un decennio di conti nel caos
L’inchiesta, che copre il periodo 2013-2023, dipinge un quadro di disordine contabile sconcertante. I periti incaricati dalla procura parlano di “rappresentazioni non veritiere nei bilanci” e di “costante distribuzione di retribuzioni accessorie a pioggia”, in spregio alle norme vigenti. Al centro della bufera c’è la gestione della libera professione, con 7,5 milioni di euro di danni legati alla mancata trattenuta del 5% previsto dalla legge Balduzzi. L’ex ministro Renato Balduzzi, sentito dai pm, ha confermato l’importanza di questa norma per finanziare progetti sanitari, sottolineando come la sua mancata applicazione a Torino abbia aggravato il dissesto.
Il caso del perito
In particolare, sarà molto interessante cosa racconterà, dopo quello che ha scritto, il perito Carlo Manacorda, classe 1940, l’esperto in contabilità pubblica che nei suoi trascorsi tra i numerosi incarichi ricoperti vi è pure la direzione generale dell’allora Usl 4 e dell’azienda ospedaliera Cto-Maria Adelaide. Inoltre, risulterebbero agli atti alcuni scambi via mail con dirigenti della Città della Salute nelle quali lo stesso professore emerito (a contratto) istruiva nella compilazione del bilancio 2022, atto che poi è stato bollato come irregolare dai pm e condotto all’imputazione degli stessi manager. Un cortocircuito che potrebbe viziare l’impianto accusatorio, almeno a detta di alcuni legali della difesa.
A complicare il quadro, il commissario Thomas Schael, chiamato dalla giunta Cirio per risanare i conti, ha rifiutato di firmare il bilancio pre-consuntivo 2024, richiedendo l’intervento di un advisor esterno, pare dopo essersi consultato con gli stessi inquirenti. Una scelta che evidenzia la gravità della situazione finanziaria ereditata, con un buco complessivo che, secondo la procura, supera i 120 milioni di euro.
Sedici nomi sotto la lente
Oltre a La Valle e Borghese, l’elenco degli imputati include figure di spicco della sanità piemontese: Maria Albertazzi, Valter Alpe, Davide Benedetto, Paolo Biancone, Andreana Bossola, Rosa Alessandra Brusco, Giacomo Buchi, Silvio Falco, Andrea Remonato, Giuseppe Antonio, Giuliano Stillitano, Renato Stradella, Alessia Vaccaro, Nunzio Vistato e Gian Paolo Zanetta. Tutti chiamati a rispondere di accuse pesanti, in un processo che si preannuncia lungo e complesso.
Prossimi passi
Il 16 giugno il gup Rattazzo deciderà sulle richieste di costituzione di parte civile, mentre il processo proseguirà fino a settembre. Anche se si attendono le contromosse delle difese che starebbero, forse già nell’udienza in agenda il prossimo 15 luglio, citare la stessa azienda e la Regione nel loro ruolo di datori di lavoro degli stessi indagati e quindi nelle loro responsabilità civili.