Liste d'attesa, una roulette: riprova sarai più fortunato
Stefano Rizzi 07:00 Venerdì 26 Settembre 2025Non solo il caso degli appuntamenti fittizi a Cuneo. Il Cup non consente prenotazioni se non ci sono posti disponibili nel periodo prescritto. Per non sforare i termini pazienti rimbalzati al telefono. "Verrà richiamata", promessa tradita alla malata oncologica
Ritenta, sarai più fortunato. La frase non è quella del gratta e vinci, ma il senso delle risposte alle richieste di prenotare un esame o una visita in Piemonte è pressappoco lo stesso. Invitare il paziente che ha una prescrizione in classe di priorità B, ovvero entro dieci giorni, a richiamare o tentare attraverso l’app il giorno dopo e quello dopo ancora in una snervante lotteria è ciò che trasforma quelle che dovrebbero essere semplici procedure in altrettante battaglie solitarie mentre rimbombano gli annunci di una guerra, più annunciata che reale, contro le liste d’attesa.
Il caso delle prenotazioni fittizie che ha acceso i riflettori sull’ospedale e l’Asl di Cuneo, finisce con l’illuminare pure il resto della regione. E se al Santa Croce e Carle, così come all’azienda sanitaria, si sarebbe tentato di mettere una toppa rivelatasi peggio del buco, la questione degli appuntamenti per visite ed esami per questa tipologia di priorità emerge con ancora più forza di quanto non fosse accaduto in precedenza quando pure alcuni segnali erano arrivati.
Il Cup e la barriera dei 10 giorni
Proprio a fronte dell’impossibilità di prenotare esami radiologici all’ospedale cuneese, dopo il blocco degli appuntamenti farlocchi fissati poco dopo mezzanotte così come il giorno di Natale imposto dalla Regione, l’assessore alla Sanità Federico Riboldi ha spiegato che questo è dovuto al fatto che “il sistema informatico del Cup regionale, utilizzato per tutte le prestazioni ambulatoriali e di diagnostica strumentale sul territorio della regione, consente la visibilità dei posti disponibili in classe B nei dieci giorni successivi alla data di contatto da parte del cittadino”. In effetti così è, anche se resta da capire il reale motivo di questa scelta e le ragioni per cui non è stata cambiata, tantomeno viene fatto ora quando mostra ancor più quanto possa creare disagio ai cittadini e, come nel caso cuneese, aprire la strada a “soluzioni artigianali” come è stata benevolmente definita da un medico la trovata delle prenotazioni fittizie.
Stortura di sistema
Difficile non vedere una stortura in questa prassi codificata che paradossalmente finisce con il garantire la prestazione entro i dieci giorni dalla prenotazione, semplicemente perché quest’ultima non è possibile farla fino a quando non ci sono posti liberi nei dieci giorni successivi. Nel frattempo quel periodo breve prescritto dal medico per l’esame o la visita specialistica si riduce e spesso finisce col non essere per nulla breve, a meno che il paziente decida di metter mano al portafogli e imboccare la via del privato.
Il vero nodo: l'attesa
Ma c’è un altro aspetto ed è quello che riguarda il palesare i veri tempi di attesa. Se anziché invitare i pazienti a richiamare, venisse fissata una data anche ben più avanti rispetto al tempo massimo prescritto, in questo caso dieci giorni, si conoscerebbe la reale risposta di ciascuna struttura sanitaria e per singola prestazione. In non pochi casi le risposte alle richieste arrivano nei tempi dovuti, ma non sono certo i casi in cui i pazienti arrivano addirittura a chiedere al medico di famiglia di cambiare la classe di priorità, abbassandola ma avendo almeno una data certa senza dover provare ogni giorno a trovare posto.
E se è vero, come spiegano gli uffici regionali della sanità, che i tempi di attesa medi vengono calcolati sul primo giorno disponibile nelle agende predisposte dagli ospedali e dalle Asl, resta pur sempre da capire la vera ragione, inconfessabile o meno, di quel muro che si alza al decimo giorno per le prestazioni nella priorità numericamente più richiesta, ma anche con più necessità di essere rispettata per la salute del paziente. Che, non potendo ottenere un appuntamento anche sforando il limite, non può neppure essere di fatto preso in carico e richiamato nel caso in cui si liberasse un posto prima.
Soluzioni artigianali
Una procedura che sembra essere rivendicata a giustificazione del sistema degli appuntamenti farlocchi di Cuneo, ma che in questo caso vacilla non poco. Perché non pochi sono i casi di malati, anche gravi, che dopo aver ricevuto la prenotazione pochi minuti dopo mezzanotte o in giorni festivi non sono poi stati richiamati. Una paziente con gravi problemi oncologici ha presentato l’impegnativa con priorità B per un’ecografia al collo il 4 settembre, le è stata data la prenotazione farlocca al Santa Croce e Carle per il 14, esattamente entro i dieci giorni, salvo il fatto che fosse una domenica. Fino a ieri, 25 settembre, nessuno l’aveva richiamata. E quella dicitura “verrà ricontattato o inviato nella sede più opportuna per appuntamento definitivo” suona, come la prenotazione. Farlocca.


