POLITICA & SANITÀ

Piano sociosanitario in tour. Ecco le tappe in Piemonte

Inizialmente annunciata entro l'estate, l'approvazione del testo non arriverà prima di febbraio. Definito il calendario degli incontri della commissione Sanità sul territorio regionale. Dalle opposizioni emendamenti a rimarcare la mancanza di dati e obiettivi precisi

Il piano sociosanitario del Piemonte, originariamente annunciato entro l’estate, non lo si vedrà neppure sotto l’albero di Natale. Nei giorni in cui saranno già accese le luminarie, se tutto filerà liscio, si concluderanno le audizioni completando un tour sul territorio regionale che la IV commissione di Palazzo Lascaris dovrebbe ufficializzare nella seduta odierna. Poi ci saranno ulteriori tappe di un iter legislativo che le ipotesi migliori indicano potrebbe concludersi con il varo del nuovo strumento di programmazione sanitaria nel mese di febbraio. Un calendario scritto a matita e con la gomma in mano, visti i precedenti annunci e non improbabili ulteriori intoppi.

Parte Torino

Non dovrebbero esserci difficoltà, invece, per l’agenda predisposta dall’ufficio di presidenza della commissione del Consiglio regionale di cui è, appunto, attesa l’approvazione oggi e che si apre con il primo incontro per Torino e provincia il prossimo 27 ottobre presso la sede della Città Metropolitana. In realtà in questo come negli altri casi la data prevede più incontri cadenzati con le varie istituzioni, associazioni, Ordini professionali e altri portatori di interesse.

Incontri in ogni provincia

Uno schema che si ripeterà il 10 novembre per il cosiddetto quadrante di Alessandria che comprende anche il territorio della Provincia di Asti. La sede è ancora da definire, ma la trasferta dei componenti la IV commissione prevede il suo avvio con una visita all’ospedale infantile Cesare Arrigo, compreso all’interno dell’Azienda ospedaliera universitaria e interessato da una serie di interventi strutturali per un investimento di circa 26 milioni di euro. 

Il 24 novembre sarà la volta del quadrante di NovaraVercelliBiella e Verbano-Cusio-Ossola dove è facile immaginare che proprio da quest’ultima provincia arriveranno le osservazioni più stringenti e forse divergenti sull’ancora irrisolta annosa vicenda dell’ospedale unico e della sua collocazione.

Istanze, critiche e proposte dalla provincia di Cuneo saranno raccolte per tutta la giornata del 1 dicembre, quasi certamente nella sede del Castello Acaja di Fossano. Due settimane dopo, il giorno 15, si tornerà nella sede della Città Metropolitana per l’udizione di tutti quei soggetti con un’articolazione regionale, come i vertici delle cooperative piemontesi, quelli dei sindacati così come delle associazioni di rappresentanza della sanità privata, nonché le istituzioni a partire dai vari Garanti e Consulte.

Emendamenti in agguato

Finito il tour, non lo sarà affatto il percorso di un testo che ha già sollevato non poche critiche e perplessità e che dopo le audizioni sul territorio verrà discusso in seno alla commissione dov’è attesa la presentazione di non pochi emendamenti. Soprattutto da parte delle minoranze, anche se non se ne escludono affatto in arrivo dalla stessa maggioranza e in particolare dalla Lega che aveva annunciato l’intenzione di non prendere a scatola chiusa il testo presentato Federico Riboldi, lanciando un segnale anche politico a Fratelli d’Italia, partito dell’assessore. Emendamenti che le opposizioni, a partire dal Partito Democratico potrebbero usare per rimarcare la già denunciata mancanza di dati, scadenze e altri elementi concreti nel testo, proprio indicando quegli aspetti concreti e determinati che potrebbero mettere in difficoltà la maggioranza.

Il timing porta al 2026

Un lavoro, quello dell’organismo consiliare presieduto dal leghista e già assessore alla Sanità Luigi Icardi, che potrebbe concludersi a gennaio, dopo le vacanze cui non sfugge il calendario della politica regionale. Il passo successivo sarà l’approdo in aula del testo, con una nuova discussione generale e altri possibili emendamenti. Facile immaginare si arrivi non prima di febbraio, sempre nella migliore della ipotesi, al varo del nuovo piano, anche se di fronte a un prolungarsi dei lavori in commissione l’assessore potrebbe decidere di metter mano all’acceleratore e alla tagliola richiamando in aula il testo. Un’eventualità possibile, visto il tempo ormai trascorso dal deposito del testo stesso, anche se il rischio di inasprire il clima potrebbe indurre Riboldi a non tirare eccessivamente la corda. In fondo un mese in più cosa cambierebbe per un piano che gli annunci iniziali davano per approvato entro l’estate e non lo si trovera neppure sotto l'albero di Natale?

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