SANITÀ

Medici di famiglia: pochi e anziani. Piemonte più povero di infermieri 

In dieci anni persi oltre 8mila camici bianchi sul territorio. In Italia ce ne sono appena 68 ogni mille abitanti contro i 96 della Francia. Allarme sul fronte del personale infermieristico. Assunzioni a macchia di leopardo. Fosche previsioni - RAPPORTO AGENAS

Medici di famiglia ridotti in dieci anni di oltre 8mila professionisti che, insieme ai colleghi ospedalieri, registrano un’età media tra le più alte in Europa. Infermieri in quantità rispetto agli abitanti decisamente inferiore rispetto alla media europea e lontana da quasi tutti i Paesi del versante occidentale. Operatori sociosanitari per i quali la gobba pensionistica prevede un’uscita, tra il 2026 e il 2035, di non meno di 26mila addetti. Quella italiana è una sanità i cui mali affondano le radici nel passato e il cui futuro si prospetta non poco preoccupante. 

Scenario complesso

In un Paese con la popolazione tra le più anziane del mondo, dove si prevede che gli over 65 oggi pari al 24,3% arriveranno nel 2050 al 34,6% e con un aumento ancor più marcato per gli ultraottantacinquenni, “affrontare i bisogni assicurando i livelli qualitativi di assistenza definiti – come avverte l’Agenas nel suo rapporto sul personale del servizio sanitario nazionale – non potrà prescindere dalla disponibilità di un congruo numero di medici e di altri professionisti sanitari”.

I dati elaborati dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali prendono in esame un arco temporale che va dal 2019 al 2023, comprendendo quindi anche il lungo periodo in cui l’emergenza Covid ha stravolto anche i dati statistici. Ma guardando anche soltanto al decennio che si ferma a due anni addietro appaiono più che concrete le conclusioni cui giunge Agenas affermando che “la crisi del personale sanitario si inserisce in uno scenario nazionale che risulta complesso sotto più profili”. Non meno gravi le conseguenze che, ovviamente, ricadono in maniera più pesante sulla popolazione. E proprio la medicina territoriale, così come i Pronto Soccorso con un numero crescente di accessi definiti impropri, rappresenta un indicatore di una situazione critica di cui, a dispetto di buoni propositi e ricorrenti annunci, non s’intravvede una reale soluzione a breve. 

Leggi qui il Rapporto Agenas

Ultimi posti in Europa

Dallo scenario europeo con l’Italia che si ferma a meno di 69 medici di famiglia ogni 100mila abitanti rispetto ai 72,8 della Germania e i 96,6 della Francia a quello regionale dove la percentuale migliore la si trova in Basilicata (0,96 medici per mille abitanti) ma anche in Toscana (0,90), mentre al Nord il Piemonte con 0,75/1000 è messo un po’ meglio della Lombardia che si ferma a 0,62 e del Veneto (0,67%), ma sono sempre valori oltremodo allarmanti, peraltro peggiorati nell’ultimo biennio dopo la rilevazione per il rapporto Agenas e, come già osservato, in vista di massicci pensionamenti cui non corrispondono sufficienti ingressi.

Decisamente peggiore il quadro che emerge dalle cifre inerenti il personale infermieristico. A fine 2023 gli infermieri dipendenti dal servizio sanitario nazionale erano 277.138, con un incremento di 8.865 unità rispetto al 2019 anche se a questo proposito si osserva una non omogenea distribuzione di quei professionisti in più sul territorio nazionale, aprendo a più di un interrogativo che rimanda alle assunzioni e al loro legame con i tetti di spesa, ma non di meno con l’esigenza di molti vertici delle Asl di evitare spese ulteriori nei bilanci quasi sempre già in rosso.

Emergenza pensionati

Se in CampaniaLazioAbruzzoUmbria e Puglia l’aumento di organico è stato importante con percentuali anche attorno al 18%, ben altro approccio si è registrato altrove e soprattutto al Nord. In Piemonte i dati dell’agenzia dicono che dal 2019 al 2023 l’organico degli infermieri è sceso da 22.116 del 2019 ai 21.643 con un delta negativo del 2,14% a fronte della media nazionale positiva per il 3,30%. Pure guardando al rapporto tra infermieri e popolazione, rapportato su mille abitanti a fronte di un lievi aumento della media nazionale da 4,44 a 4,64 il sistema piemontese è al tredicesimo posto con un calo da 5,13 infermieri per mille abitanti a 5,08. 

Anche in questo caso, come per i medici, l’età media è un ulteriore problema ora e non meno a breve. Agenas stima in circa 78mila gli infermieri che andranno in pensione tra il 2026 e il 2035 con “un drastico depauperamento di personale che determinerà un ulteriore grave deterioramento dell’attuale carenza, se non sarà anticipato da efficaci provvedimenti correttivi”.

Nel frattempo i sindacati, come avviene in Piemonte, continuano a sollecitare ulteriori assunzioni, anche se queste non sono rese affatto semplici dalla scarsità di professionisti disposti a lavorare nel servizio pubblico. E gli annunci circa il reperimento di infermieri all’estero per rafforzare gli organici piemontesi, al momento restano tali.  

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