Parisi e la sfida al Pd

La mossa di Berlusconi dimostra che se la destra si riorganizza può tornare competitiva, con buona pace di coloro che ritenevano che questi elettori avrebbero ascoltato le sirene renziane. È ora che la sinistra torni a fare la sinistra, moderna e riformista

Berlusconi alle prese con il problema della crisi di Forza Italia e la riorganizzazione del centrodestra ha individuato in Parisi il candidato premier per le prossime elezioni politiche. Spigliato, convincente, moderato e con un passato di collaborazioni con la sinistra, Parisi è quindi capace di parlare a un elettorato “borderline”: Parisi è l’antitesi di Salvini, ma anche della Meloni. Con la sua indicazione si è riaperta all’interno del centrodestra la lotta per la leadership. Nei piani del leghista Salvini le recenti elezioni amministrative dovevano servire per dare il colpo di grazia a Berlusconi. A Milano e a Roma si sono confronti due progetti diversi: a Milano, quello di un centrodestra che esprimeva una linea moderata e che rifiuta ogni radicalizzazione, a Roma, quello di una destra lepenista.

La scommessa di Salvini era quella di superare i consensi di Forza Italia per negoziare da posizioni di forza gli assetti futuri della coalizione. Gli elettori lo hanno bocciato e oggi, in difficoltà, il giovane leader leghista cerca di radicalizzare ulteriormente le posizioni del suo partito, su Europa e immigrazione. (E la stessa cosa sta facendo la Meloni il cui obbiettivo era andare al ballottaggio anche senza l’apporto di Forza Italia). Ma è evidente che la sua credibilità come futuro leader del centrodestra, una destra antisistema, abbia subito un colpo. E quindi, dopo essersi ritagliato il ruolo di centravanti della colazione nelle settimane che hanno preceduto il voto amministrativo e aver accarezzato l’idea del sorpasso nei confronti di Forza Italia, oggi il suo è diventato un gioco di interdizione.

Per bloccare la candidatura di Parisi, Salvini cerca di sfruttare il malcontento che la decisione di Berlusconi ha determinato in una parte del gruppo dirigente, sia per il modo in cui è stata assunta e comunicata al resto del partito, sia per quanto riguarda la persona indicata, fuori e al di sopra delle logiche interne di questo partito. Toti, governatore della Liguria, che nelle originarie intenzioni dell’ex Cavaliere avrebbe dovuto occupare il ruolo al quale oggi è stato designato Parisi, guida questa protesta, attribuendosi la qualifica di vincente e pretendendo che l’eventuale nuova leadership venga selezionato con metodo democratico.

L’esito della battaglia quindi non è scontato anche se è evidente che la novità vera, quella che può rappresentare una svolta nell’immagine del centrodestra , è quella di Parisi. La vicenda Parisi dimostra però anche un’altra cosa è cioè che se la destra si riorganizza può tornare competitiva, con buona pace di coloro che ritenevano che gli elettori di questa parte del campo avrebbero invece ascoltato le sirene renziane. È ora che la sinistra torni a fare la sinistra, moderna e riformista, ma la sinistra.

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