Una scelta tra decrescita e sviluppo

Dopo 20 anni di manifestazioni e proteste, anche violente dei No Tav, che hanno rallentato l’economia del nostro Paese al punto che abbiamo perso 20 punti di Pil procapite rispetto alla media europea, con la grande manifestazione Sì Tav del 10 novembre 2018, che ho organizzato insieme alle madamin, si arriverà a una scelta definitiva?

Il Governo gialloverde si trova di fronte alla sua più grande contraddizione. La scelta sarà tra la crescita e la decrescita. Una scelta che nasce, qui la grande novità, dalla scesa in capo della società civile che ha dimostrato di avere più energie e più forza delle forze politiche. In Piemonte dove lo scontro tra i Sì Tav e i No Tav è arrivato sino alle Canoniche, la carta non l’hanno giocata i leader dei partiti ma dal coraggio della società civile che si è assunta l’onere di chiamare la gente a manifestare civilmente a favore della crescita e del lavoro.

A neanche quattro mesi da quella grande manifestazione il Governo è chiamato alla prima decisione tra le sue due grandi diversità. O si fa il nuovo tunnel di base, dove potranno passare i nuovi treni Av per passeggeri e merci, e l’Italia sarà dentro la rete di trasporti del futuro con enormi vantaggi economici e sociali, o non si farà e l’Italia continuerà a crescere poco e a non offrire un futuro interessante ai suoi giovani.

La marcia dei 40mila dell’ottobre 1980 porto al referendum sulla scala mobile e alla riduzione dell’inflazione. I 40mila della piazza Sì Tav porteranno al rilancio dell’economia e del lavoro dopo dieci anni di depressione economica e sociale?

Se Salvini manterrà le cose che mi ha detto a dicembre nel suo ufficio al Viminale, sì. Il premier Conte ha promesso la decisone per venerdì prossimo. Il premier, stupendo molti, nel suo insediamento aveva detto di essere l’avvocato degli italiani. Se farà davvero l’avvocato degli italiani dovrebbe sapere che il primo problema del Paese è il lavoro. Solo la crescita potrà generare nuove occasioni di lavoro per i giovani e per i senza lavoro. Per la crescita l’avvocato del Paese dovrebbe scommettere su un futuro di lavoro e di benessere.

Mi auguro che la lentezza con la quale si è proceduto negli ultimi 13 anni non costi troppo al Piemonte e al Paese perché la decisione sulla Tav non interessa solo Torino o solo il Nord perché il rilancio dell’economia del Nord del Paese darà benefici a tutto il Paese.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

print_icon