L'ambiente nell'agenda politica

Chiunque si candidi alle elezioni siano esse amministrative, regionali o europee deve gioco forza mettere al centro del proprio programma e con una buona fattibilità di percorso le tematiche ambientali. Un bel passo in avanti è stato fatto con la votazione del governo sulla reintroduzione della educazione civica come disciplina obbligatoria in ogni ordine e grado ma il vero successo soprattutto per gli italiani è l’inserimento dell’agenda 2030 e dell’educazione ambientale nel DDL Educazione civica.

Solo attraverso una corretta cultura d’ambiente potremmo veramente consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore, che comprenda come le risorse ambientali sono un vero patrimonio, e che la tecnologia se gestita in modo corretta può contribuire notevolmente alla preservazione dell’ambiente in quanto tale. È fondamentale, infatti, che si gettino le basi per un uso consapevole e sostenibile del patrimonio ambientale e culturale che non cada nell’abusato No a priori, figlio di quell’ortodossia anni settanta che non ha permesso un reale sviluppo eco sostenibile del Paese.

Ecco perché nei vari programmi elettorali si deve mettere al centro la questione ambientale con tutte le proprie sfaccettature, non dimenticando che le normative europee con relative direttive impongono un reale cambio di passo. Proprio il nostro Piemonte si troverà a dover gestire il recepimento della direttiva europea che vuole la totale chiusura delle discariche entro il 2020 e sebbene si finirà, ahinoi, con una moratoria che procrastinerà tale direttiva nel tempo, si deve agire con tempestività su tali materie per evitare un aggravio di spesa non solo all’ente regionale ma a tutti i cittadini che si ritroveranno a dover supportare tale aggravio economico.

*Gian Carlo Locarni, responsabile nazionale dipartimento ambiente Lega Salvini premier

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