Un Paese nelle canne

Questo è un Paese strano, abbiamo più giovani che si vogliono fare le canne che giovani che vogliono lavorare in agricoltura. L’alterazione dovuta a sostanze nocive in uno stato normale dovrebbe essere vietata, come lo dovrebbe essere il gioco d’azzardo che vede migliaia di famiglie sul lastrico. All’opposto vediamo lo stato coinvolto nella commercializzazione e nel ricavo. In molte regioni del nostro paese il lavoro dei campi è svolto da personale straniero perché nessun giovane Italiano vuole svolgere lavori faticosi. Questa triste realtà vede la parte debole delle nostra agricoltura andare al macero trascinando nelle disperazione molti agricoltori che lavorano con devozione, mentre una parte del mercato affaristico alza le barricate a difesa di una sostanza che a tutti gli effetti è nociva e inutile, danneggia il tessuto sociale ed è commercializzata in grandi quantità.

La società già molto deteriorata da un mercato violento e disumano si vede costretta a soccombere in molti suoi progetti per l’inefficienza di leggi che premiano l’incoerenza e gli interessi di una parte negligente del mercato. Finché la democrazia non raggiungerà un livello di cultura soddisfacente, le libertà personali dell’individuo saranno sempre messe in discussione, e la società digiuna, sempre più compromessa e complice, dobbiamo renderci partecipi alla difesa del nostro futuro, che dovrebbe vedere molti giovani lavorare per far crescere un Paese che potrebbe avere molte risorse soltanto lavorasse a difendere ciò che ha ereditato e con lucidità e rigore.

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