Liste d'attesa, la ricetta di Asti
Mario Alfani* 17:08 Lunedì 24 Giugno 2019 0
L’Asl di Asti annuncia che prossimamente, per visite ed esami di alcune specialità, si passerà dal “tempo zero” ad un’altra modalità di accesso. Un provvedimento atteso: il tempo zero, a fronte di limitati vantaggi per pochi, stava determinando numerosi evidenti disagi per tanti pazienti e per tutto il personale sanitario e amministrativo. Il nuovo sistema di prenotazione, così come previsto, non differisce molto da quello antecedente all’introduzione del tempo zero: il medico inviante dovrà indicare sull’impegnativa se la prestazione che richiede è urgente (da eseguire entro 72 ore), da tempi brevi (10 giorni), differibile (entro 30 giorni le visite, 60 gli esami), programmabile (quando si può). A mio giudizio un’impostazione che può dare buoni risultati, potenzialmente efficace ma esclusivamente a condizione che si incida allo stesso tempo e in modo radicale sull’appropriatezza delle richieste.
L’esperienza degli anni passati, infatti, ci ha inesorabilmente dimostrato che, per rendere accettabili i tempi di attesa, è sì necessario ottimizzare la risposta delle strutture specialistiche (personale, orari di apertura, dislocazione, spazi), ma non è sufficiente: se le richieste di visite e di esami che ad esse pervengono non sono appropriate i tempi di attesa comunque non si riducono. Appropriate significa che devono rispondere essenzialmente ad alcuni requisiti: essere richieste se e quando la consulenza è indispensabile al medico di famiglia per la gestione del caso clinico, il quesito va espresso dettagliatamente e corredato di tutte le note cliniche e anamnestiche utili, i tempi entro cui si richiede l’esecuzione devono essere in funzione esclusivamente della situazione clinica del paziente. Questo ovviamente in molti casi già oggi avviene, ma in un contesto generale sicuramente e necessariamente migliorabile: se questo non si verifica, nel giro di pochi mesi i centri di prenotazione saranno nuovamente travolti dalle richieste, le agende ingolfate e i tempi di attesa di nuovo troppo lunghi, e allora disagi per tutti e proteste, il più delle volte giustificate.
L’Asl giustamente tiene in debito conto questo aspetto sostanziale, e prevede di istituire un’adeguata sinergia con i medici di famiglia. Come potrebbe attuarsi questa sinergia? Intanto, con la nuova classificazione, per fortuna viene restituita loro la possibilità di valutare appieno l’esigenza di esami e accertamenti specialistici per il paziente, e di deciderne il grado di priorità, a tutto vantaggio di chi ha più bisogno. Nella nostra Asl, come anche altrove, buoni risultati in termini di appropriatezza sono stati già raggiunti per le prescrizioni farmaceutiche, attraverso incontri e valutazioni condivise: non si vede perché questo non possa verificarsi anche per gli accertamenti di secondo livello, quali sono esami e visite specialistiche. Certo aiuterebbe molto i medici di famiglia riappropriarsi di tempo da dedicare ai pazienti, affrancandoli dalle tante incombenze burocratiche attualmente a loro carico (es. compilazione di piani terapeutici, certificazioni, ripetizione di ricette ecc.). A questo scopo magari sarebbe utile anche l’ausilio di personale amministrativo adiuvante, per l’esecuzione di attività burocratiche varie (la mera redazione beninteso): una sinergia operativamente niente affatto impossibile, visto che oltretutto una buona parte di medici già ora opera in gruppi e associazioni che si avvalgono dell’aiuto di personale non medico messo in comune.
Tempo in più per i pazienti che può significare, insieme a tante altre cose, anche una miglior appropriatezza prescrittiva. E, al di là di questo obiettivo, quale medico, sul territorio o in ospedale, non vorrebbe meno mansioni “amministrative” e più attività “da medico”, visto che oltretutto arrivarci è costato almeno una decina di anni di studio e di fatica a lui, e un mucchio di soldi allo Stato?
*Mario Alfani, già medico di Medicina Generale, dirigente ospedaliero di 1° livello, specialista ambulatoriale di cardiologia