Troppe quote rosse nel Governo
Anna Mantini, Lega* 08:35 Sabato 07 Settembre 2019 0
Più che per le quote rosa carenti, questo governo preoccupa per le quote rosse abbondanti nel suo programma dal punto di vista di una ideologia nuovamente contraria al ceto medio e alla sicurezza dei cittadini.
Battute “cromatiche” a parte, sembra dalle prime intenzioni e dai primi provvedimenti che l’intento della neonata coalizione giallorossa sia quello di rinnegare e di vanificare radicalmente quanto fatto nei 14 mesi precedenti in particolare per quello che è stato il contributo apportato dai ministri della Lega.
Sembra del tutto sparito ogni riferimento al Codice rosso, la legge dell’ex ministro Giulia Bongiorno di rafforzamento della lotta alla violenza domestica e contro le donne, e allo stesso tempo si sta chiaramente lavorando a smontare pezzo per pezzo i decreti sicurezza che avevano l’intento di fornire più strumenti alle forze dell’ordine per contrastare l’immigrazione illegale e la criminalità in genere, in analogia a quanto si è già fatto contro la legge Bossi-Fini fino a vanificare la sua efficacia a colpi di sentenze avverse e di disapplicazioni.
Un altro banco di prova, dove spero che il mio e nostro pessimismo potrà essere almeno in parte smentito, è quello delle opere pubbliche soprattutto infrastrutturali: la Tav è sparita dal nuovo contratto di governo (sarà silenzio-assenso o silenzio-rigetto?), l’autonomia differenziata definitivamente delegittimata sebbene anche i governatori del centrosinistra ne confermino l’utilità assoluta, l’Asti-Cuneo sarà a rischio di nuove riscritture e nuovi rinvii?
I governi parlamentari che nascono dalla paura del voto - e ne abbiamo avuti di esempi, nel 2000, nel 2011 e nel 2016 - producono solo pasticci nella migliore e danni nella peggiore delle ipotesi. Soprattutto all'interno di uno scenario istituzionale in cui i tre quarti dei Governi locali e regionali sono ampia espressione della coalizione che ha vinto Politiche, Europee e Regionali e anche parecchie Comunali e rischiano, come successo ora per una legge del Friuli Venezia Giulia, di vedersi annullate dal Conte bis decisioni democratiche e rispondenti agli interessi dei territori.
Che cosa accadrà ora con il progetto di autonomia rinforzata della Regione Piemonte, premiato dalla maggioranza dei Cittadini Piemontesi alle elezioni del 26 maggio?
*Anna Mantini, Lega Fossano