Un "taglio" che non mi convince

La Camera ha votato in via definitiva la riduzione del numero dei parlamentari che diventeranno in tutto 600.  Per il modo in cui è avvenuta e cioè al di fuori di una contestuale riforma della legge elettorale, la decisione appare come una concessione alla demagogia anti-casta del M5s. Di Maio ha inneggiato al “taglio” delle poltrone, paragonando la riduzione del numero dei parlamentari a quella di un qualsiasi Consiglio di Amministrazione, non rendendosi conto che se questa è l’idea che sta dietro alla riduzione di deputati e senatori è fin troppo facile per ritorsione considerare una poltrona anche quella che sta occupando lui. Ma opporsi alla riduzione dei parlamentari era assai impopolare: per questo tutti l’hanno votata, fatta eccezione per +Europa.

Intendiamoci: della possibilità di ridurre il numero di deputati e senatori si discute da anni, dai tempi della Commissione Bozzi. Quindi non è in discussione la riduzione in sé ma il modo in cui è avvenuta e cioè al di fuori di una logica di sistema e dei necessari contrappesi e bilanciamenti. A Biella ne parlò agli studenti dell’Istituto Bona l’on. Nilde Iotti, presidente della Bicamerale, dopo essere stata presidente della Camera dei deputati, collegandola a una differenziazione delle funzioni tra Camera e Senato.

È pur vero che un accordo di maggioranza tra M5s/Pd/Leu e Italia Viva prevede che si intervenga sugli “squilibri” che si sono creati, attraverso una serie di modifiche costituzionali e regolamentari, a partire dalla riforma della legge elettorale. Questo cambio di impostazione è ciò che ha spinto Pd e Leu a votare a favore.

Infatti, il combinato disposto tra la riduzione dei parlamentari e il Rosatellum determinerebbe una limitazione degli spazi di democrazia e della rappresentanza, accentuando così la distanza tra elettori ed eletti. Proprio per questo l’approvazione definitiva della legge costituzionale andava “posposta” alla votazione della riforma della legge elettorale. Per più ragioni: perché le incertezze che caratterizzano il quadro politico potrebbero renderne impossibile l’approvazione e perché un’intesa sulla legge elettorale è tutta da costruire e l’esito positivo di questa discussione non è affatto scontato. Ipotizzare tempi rapidi è quindi impossibile. Le leggi elettorali non vanno fatte contro questo o quel partito, questo invece è ciò che è avvenuto nel recente passato quando vennero approvati il Porcellum per azzoppare Prodi e il Rosatellum per bloccare il M5s con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

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