Infrastrutture per rompere l'isolamento

Egregio Direttore,
Unione Cattolica e Confedes – la Confederazione datoriale e sindacale delle piccole e medie imprese – si schierano completamente dalla parte del Cavalier Amilcare Merlo, il fondatore del formidabile gruppo industriale leader mondiale nella progettazione e fabbricazione delle macchine per il sollevamento telescopico, e ne appoggia in pieno le dichiarazioni finalizzate a spronare le Istituzioni pubbliche a svolgere la propria parte negli interventi strutturali di fuoriuscita di interi territori produttivi dall’isolamento che li attanaglia e che ogni anno ci fa perdere – secondo stime ufficiali – quasi 80 miliardi di export a livello di sistema Italia.

Ottanta miliardi di mancato volume d’affari causato dall’impossibilità per le nostre PMI di accedere ai mercati esteri emergenti, compresi quelli localizzati nello stesso continente europeo e che potrebbero consentire alle medesime di rilanciare la propria base manifatturiera e occupazionale in Italia, guardando alla prospettiva d'oltrefrontiera come a un’opportunità complementare e anzi funzionale al consolidamento e allo sviluppo in ambito “domestico” e non alternativa allo stesso.

L’assenza di infrastrutture moderne, veloci e dinamiche, e di servizi di accompagnamento alle strategie di internazionalizzazione della presenza logistica e commerciale delle aziende di più piccola dimensione, emblema di quella capacità produttiva diffusa alla base dello storico miracolo economico del made in Italy, è all’origine da un lato di parte delle spinte delocalizzative dei maggiori gruppi, o quanto meno di quelli che sono rimasti qui, e dall’altro di quella inarrestabile emorragia di PMI che distrugge il patrimonio, il risparmio e il lavoro di decine di migliaia di famiglie strangolate da ritardati pagamenti, cali di fatturato e da una fiscalità la cui voracità pare crescere al crescere non dell’economia ma della crisi e della disperazione.

LA CARENZA DI INFRASTRUTTURE COSTA ALLE NOSTRE PMI 80 MILIARDI ANNUI DI MINORI ESPORTAZIONI!

Unione Cattolica – che nel proprio libro programma CATTOLICI UNITI PER BENEDIRE UN'ITALIA NUOVA ha dedicato uno specifico capitolo-intervista al Cavalier Amilcare Merlo – è il solo partito che abbia proposto un emendamento inteso a promuovere sul piano degli adeguamenti ammodernamenti e completamenti infrastrutturali, in senso veloce via terra e via cielo, i territori provinciali e regionali a torto considerati marginali, ma in verità assolutamente centrali per avvicinare le imprese ivi insediate a mercati esteri che potrebbero essere raggiunti in circa un’ora. Un emendamento che, partendo da un recupero di centralità delle Camere di commercio competenti per area geografica – e quindi dal superamento delle attuali penalità legislative avviate da Renzi e proseguite dai governi Conte 1 e 2 –, punta a far convergere le istituzioni dello Stato su progetti che, integrando infrastrutture già esistenti o già autorizzate, moltiplicherebbero il valore di tale investimento in termini di crescita delle imprese locali e di riassorbimento della disoccupazione secondo un rapporto comprovato per cui un ogni posto di lavoro creato da un’azienda messa in condizione di internazionalizzarsi ne favorisce altri tre nell’indotto delle attività destinate a fare fronte ai maggiori ordini commerciali.

Per questo motivo, Unione Cattolica e Confedes appoggiano in pieno la battaglia di Amilcare Merlo e del presidente emerito di Unioncamere Ferruccio Dardanello a favore dello Scalo cuneese di Levaldigi, e sollecita in tal senso sia una nuova legge sul sistema aeroportuale Piemontese, sia la presa in carico da parte del Governo del nostro emendamento già anticipato a maggio ad alcune fra le principali autorità economiche della provincia e della regione.

*Ivano Tonoli, presidente Confedes e Unione Cattolica, e Alessandro Zorgniotti Confedes Albania

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