Una crisi che arriva da lontano

Caro direttore,
Sono molto stupito dello stupore con il quale i giornali torinesi evidenziano la chiusura di molti negozi. Eppure se si studiassero meglio i dati che ci dicono che Torino è il Piemonte dal 2001 sono cresciuti 4 punti in meno rispetto alla media italiana, già tenuta bassa dalle regioni meridionali. Vent’anni di stagnazione, i più brutti dall’Unità d’Italia hanno provocato la discesa del Pil procapite più forte nel nostro Paese. La metà della città penalizzata dalla crisi e dal calo economico ha influito sulle vendite dei commercianti. Ciò che non hanno capito le amministrazioni che hanno preceduta quella della Appendino è che solo la domanda di consumi della metà dellacCittà che non ha sofferto la crisi basta a tenere in bonis la nostra economia. La colpa delle crisi del commercio non è solo di Amazon, nasce ben prima. Basta chiedere ai commercianti quale è stato l’ultimo anno buono. La cosa cui nessuno pensa e che quando chiude un negozio i servizi come i commercialisti vedono diminuire il loro lavoro, i ristoranti vedono diminuire i loro clienti ecc. e tutta la città si impoverisce.

Gli amministratori comunali e regionali che hanno negato o non hanno capito che Torino stava declinando sono gravemente colpevoli di non aver cercato altre iniziative economiche, peggio non hanno fatto nulla di fronte alla fuga di aziende come la Fiat, l’Oreal, Axa, Sai, la Direzione generale Telecom ecc. Aver rinunciato alle Olimpiadi invernali 2026, aver lasciato andar via il Salone  dell’auto sono stati errori gravissimi.

Ecco perché sono stato così testardo e coraggioso a mettere in moto il Movimento Sì Tav con la collaborazione delle madamin e delle associazioni imprenditoriali. Sarà un caso che nessuno prima abbia avuto il coraggio di organizzare una manifestazione pro Tav in piazza? Ora abbiamo salvato la Tav che creerà nuovi posti di lavoro con i cantieri e poi quando funzionerà porterà a Torino almeno due milioni di turisti esteri e lavoro logistico. Il problema è che Torino deve arrivare in piedi sino al 2029. Occorre intervenire subito e porre fine al declino. Da 13 anni molti torinesi hanno uno stipendio ridotto, altri han perso il lavoro, altri hanno pensioni da fame, altri han lavori da 700-800 euro mensili. Il 40% degli italiani ha esaurito i propri risparmi. Se gli capita qualcosa? Ci pensi come vivono male?

Ecco perché mi stupisco che chi ha consigliato le amministrazioni che non si sono accorte del declino oggi venga interpellato sul futuro della città. Nel calcio chi sbaglia o non dà i risultati attesi dopo pochi mesi viene mandato a casa. Ecco perché Torino avrebbe interesse a cambiare l’amministrazione domattina e non aspettare il 2021. Ecco perché mi auguro che la Sindaca si dimetta anche perché la sua striminzita maggioranza la condiziona e la frena da quasi 4 anni.

La Tav e una nuova amministrazione sono l’unica speranza che possiamo dare a Torino a agli imprenditori che stanno tenendo duro e non hanno ancora deciso di chiudere. E non è ancora finita perché quest’anno la produzione di auto non riprenderà ancora. Mentre scrivo mi arriva voce che una azienda centenaria sta pensando di ridurre il personale...Cottarelli ha detto che l’ultimo decennio per l’Italia è stato il peggiore dalla Unità d’Italia. Per Torino è stato ancora più pesante. Ecco perché mi incazzo quando vedo politica e Amministrazioni che reagiscono con una flemma inaccettabile.

Mille grazie della attenzione,

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

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