Se anche il coronavirus è politica

Trovo personalmente impressionante, in questo periodo storico così  confuso, che anche il coronavirus diventi oggetto di dispute politiche, strumento per duellare fra destra e sinistra, in Italia e nel mondo. Nel corso dei secoli le grandi epidemie di colera (penso a quella epocale e totalmente devastante del 1347/48 e a tutte quelle che flagellarono l'umanità) venivano vissute in genere come punizioni divine (e solo alcuni “medici” tentavano disperatamente di trovare rimedi “scientifici” al flagello), senza minimamente ricorrere alla categoria politica.

Oggi, nel 2020, anche questo evento fa politica. È un segnale “interessante” di come un’umanità globalizzata, paranoicamente mediatizzata, pesantemente condizionata da social che divulgano tutto e il contrario di tutto, da dementi che terrorizzano a ruota libera e agenzie che trasmettono notizie forse condizionate da Governi dittatoriali non proprio limpidi, da Ministeri della Sanità che vogliono rassicurare, da politici che usano l’evento per dimostrare che sono responsabili, equilibrati e consapevoli (e dunque più che degni di detenere il potere).

Dicevo che è interessante notare come questo fenomeno venga oggi in toto fagocitato dalla politica, masticato e metabolizzato per farne oggetto di consenso o di attacco. Non mancano naturalmente i vergognosi casi di delirio da “dalli all’untore” (e questo ci riporta al 1347/48), che a loro volta fanno il gioco di chi, penso in tutta buona fede, vede in questo (per fortuna in realtà assai raro comportamento, almeno stando alle notizie mediatiche) l’amplificazione di terribili segnali di razzismo.

È mia opinione che, nonostante noi siamo convinti di essere invincibili grazie alla tecnologia, al benessere e alle conquiste scientifiche, nella realtà noi siamo vulnerabili, impotenti e sospesi a un filo sottile, che noi non sappiamo la vera verità di ciò che accade né come né perché, chi ci informa ha in mano il timone e a sua volta è in mano a chi gli da o non da l’informazione corretta... Insomma, sappiamo quasi NULLA e la politica su questo NULLA si gioca il suo volatile potere.

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