No a imposizioni sull'ospedale di Saluzzo
Giovanni Damiano* 08:34 Venerdì 05 Giugno 2020 0
Gentile direttore,
leggiamo quasi quotidianamente dell’istituzione da parte della Regione Piemonte di tutta una serie di tavoli e tavolini di consulenti e saggi, cosi come dell’emanazione di altrettanto ricche “grida” statali e regionali di ordini e contrordini sul dibattuto tema della salute pubblica ai tempi del Covid 19. Avevamo scritto mesi fa all’assessore Icardi un’inascoltata missiva dal titolo “Ai sùma anche nùi” come Ospedale di Saluzzo. Torniamo a scrivere mesi dopo, per ribadire nuovamente questo concetto: sì perché l’Ospedale di Saluzzo ha accolto con grande generosità e coraggio da tutto il Piemonte, nei momenti di picco epidemiologico, sino a ottanta pazienti Covid 19 in terapia semi intensiva e quindici in terapia intensiva.
Per comprensibili ragioni come Ospedale Covid 19 pressoché tutte le prestazioni sanitarie che erogava sono state trasferite altrove, in particolare su Savigliano. Oggi il nosocomio di Saluzzo ospita solo più una dozzina (come semi intensiva) di ammalati e vorrebbe tornare gradualmente alla normalità, erogando tutti gli stessi servizi di prima, forte di un territorio di 80 mila utenti che vivono due vallate montane ed una vasta pianura e che dei servizi sanitari abbisogna! Urgono la medicina, l’oncologia, la fisiatria, la chirurgia, i poliambulatori…
La nostra Associazione, insieme ad altre, ha raccolto circa 700 mila euro da privati cittadini ed aziende, serviti per acquistare mascherine tute e visori per i nostri eroici operatori, strumenti tecnologici d’avanguardia e pagando i lavori di ammodernamento della struttura. Non vorremmo davvero che ora, da qualche tavolo o tavolino torinese, ci “piovessero in testa” decisioni che l’emergenza porta a imporre ai territori, dimostrando così che nulla si è compreso di una sanità che dev’essere diffusa e di prossimità, così come di quanto la gente abbia a cuore i propri Ospedali. Se i responsabili dei due gruppi di lavoro Fazio e Monchiero vorranno cercarci noi siamo disponibili, non per un mero capriccio campanilistico, ma perché la legislazione in materia ci riconosce il ruolo di portatori d’interesse su questo delicato tema. Molto cordialmente.
*Giovanni Damiano, presidente associazione “Officina delle idee per il futuro dell'Ospedale civile di Saluzzo”