Lo Russo e il coraggio del Pd

Il capogruppo Dem in Sala Rossa Stefano Lo Russo tuona chiaro e duro: a Torino inciuci romani Pd/M5stelle per il candidato sindaco No pasaran! E via di primarie. Ok, come credo sappia più che bene chi non è nato ieri e ha seguito per anni l’evoluzione politica a Torino e in Italia, la politica si nutre da sempre di manovre, contromanovre, correnti e sottocorrenti, accordi allo scoperto o sottobanco, convenienze, perché no anche ricatti di varia natura, interessi e strategie mirate come è ovvio alla conquista del potere, nulla di stano.

La situazione attuale, a mio modestissimo parere, disvela una realtà forse più complicata di prima: da un lato il governo 5stelle quasi a fine mandato a Torino appare come straperdente (a vedere le valanghe di critiche e proteste generali), dall’altro a livello nazionale l’accordo fra Pd e 5stelle è (mah) pilastro portante del governo (e questo crea una evidente schizofrenia fra poteri centrali e locali). In tutto questo “minestrone” di caotica gestione del potere, che rende sempre più fragile l’essenza, l’immagine ma soprattutto la concreta consistenza della politica e sconcerta migliaia e migliaia di cittadini, si inserisce, a mio modestissimo parere, la domanda delle domande: nonostante le lodevoli affermazioni di Lo Russo il Pd a Torino oggi sul serio ha il coraggio e la forza di esporsi, senza inciuci e/o accordi di comodo, DA SOLO? Di far valere la sua storia, la sua tradizione, i suoi valori chiari e forti, i suoi programmi, il suo orgoglio di partito che nel bene e nel male ha governato per anni? Oppure no? Ha la forza e il coraggio di chiedersi che cosa è oggi, quale presa ha sui cittadini, ma lui, da solo, di fronte agli elettori, senza la stampella traballante di un movimento ormai spappolato e possiamo dire “sputtanato”?

Questa secondo me dovrebbe essere la molla che potrebbe riportare il Pd a conquistare almeno un po’ fiducia e di stima da parte di migliaia di elettori. Se poi si rendesse conto che non ha la forza di vincere e perdesse per me sarebbe comunque rispettabile e democraticamente dovrebbe affrontare una eventuale sconfitta facendo un’opposizione efficace e dura, e perché no? siamo in democrazia, è nell'ordine delle cose vincere o perdere, e chiunque ha la possibilità di ribaltare nelle successive tornate elettorali i consensi dei cittadini. Certo ci vuole coraggio, ci vogliono le palle, ci vuole la consapevolezza delle proprie possibilità, ci vuole la lungimiranza intelligente, da veri politici, di lottare non per la famelica avidità di potere nell’immediato ma per la costruzione di una solida e robusta progettazione proiettata sui tempi medio lunghi, ci vuole l’impegno di gente che ci crede e che è capace, preparata, competente, di gente che sa cosa vuol dire fare politica per amministrare centinaia di migliaia di persone RISPETTANDOLE TUTTE IN NOME DEL BENE COMUNE, anche a costo di andare contro facili e ambigui interessi di parte (come ahimè purtroppo è accaduto in anni di precedenti gestioni del potere!) anche a costo di esporsi su decisioni difficili ma necessarie e oneste per tutta la collettività... solo la vera politica sa fare questo (o forse sapeva o saprebbe fare questo?). La penso così.

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