Quanti scivoloni, assessore Icardi

La gestione della crisi sanitaria in atto da parte delle istituzioni regionali sta mostrando tutti i limiti derivanti, in parte, da un regionalismo fallimentare e, dall’altro, dalla mancanza di competenze e di professionalità mostrata dagli assessori deputati. Nel caso della Regione Piemonte, l’assessorato alla Sanità continua a gestire l’apparato sanitario regionale attraverso scelte discutibili, decisioni non prese e il rilascio di dichiarazioni che lasciano, in molti casi, basiti. Dalle mancate assunzioni di personale, ai ritardi delle campagne di vaccinazione e di tracciamento dei positivi in farmacia, le scelte fatte, spesso non fatte, hanno causato una catena di disguidi di cui nessuno, tra le mille cariche distribuite sul ponte di comando dell’assessorato, ha voluto prendersene la responsabilità. Anzi, lo scaricabarile a catena ha imperversato e imperversa dai vertici della giunta regionale per arrivare sulle spalle degli operatori di prima linea.

I ritardi della campagna vaccinale antinfluenzale in corso, sono l’esempio più lampante del modus operandi dell’assessore alla Sanità che, nonostante essere stato smentito più volte, continua ad addossare la colpa del ritardo, alla presunta mancata organizzazione dei singoli medici di medicina generale. Dichiarazioni reiterate più volte, anche dopo che sono state mostrate, in giorni diversi, le schermate del sistema di gestione dei magazzini sanitari della Regione che, ogni volta, contenevano l’alert rivolto a Mmg e farmacie circa la mancanza del prodotto in giacenza. Una situazione simile, si è verificata ed è attualmente in corso, anche con la tanto declamata operazione che avrebbe consentito ai cittadini di poter effettuare test rapidi nelle farmacie territoriali. Anche in questo caso, nonostante sia passato molto tempo dal suo annuncio, la campagna è ancora ferma al palo a causa della mancata assunzione dei 300 infermieri indispensabili al suo funzionamento. Ad oggi, soltanto in pochissime farmacie il test è effettuabile, solamente laddove sono arrivate le poche unità assunte dall’assessorato stesso.

Inspiegabili mancate assunzioni che sono alla base anche della grossa crisi che ha colpito il sistema di tracciamento dei contatti e dei positivi sul nostro territorio, portandolo sostanzialmente a fallire da qualche settimana. Infatti, nonostante siano state individuate dalla Protezione Civile nazionale circa 1550 figure professionali da destinare a questo compito, la Regione Piemonte risulta essere una delle poche Regioni italiane a non aver fatto nessuna assunzione da questa lista di professionisti. Ovviamente, con l’esponenziale aumento dei numeri di casi CoVid, la mancanza di personale di supporto ha causato il collasso del sistema di tracciamento. Ma le mancate assunzioni del personale necessario ad affrontare questa seconda ondata, che sta portando al collasso il nostro sistema sanitario, partono da lontano. Da mesi, infatti, le associazioni di categoria di medici ed Infermieri chiedono a gran voce che i numeri vengano implementati. Richieste cadute nel vuoto e accolte solo qualche giorno fa con la pubblicazione di procedure di assunzione che richiederanno, comunque, tempo affinché possano venire espletate. Ma così come per le assunzioni del personale infermieristico, anche per il personale medico le scelte della Giunta Regionale lasciano perplessi. Infatti, contemporaneamente all’appello lanciato alle Ong di richiamare il loro personale dislocato all’estero ed in attesa di brigate mediche in arrivo da Cuba e Cina, la Regione Piemonte ha modificato, solo in queste ore, la norma che impediva di assumere direttamente medici non di nazionalità italiana, nonostante l’estrema urgenza della situazione. Queste decisioni, che hanno causato il mancato potenziamento numerico delle forze campo, hanno portato alla sospensione dei turni di riposo del personale sanitario della nostra Regione in un periodo di forte stress psicofisico in cui, anche solo una mezza giornata di non lavoro ne permetterebbe una miglior forma fisica e mentale quando operativi.

Ma non è solo sui ritardi o sulle mancate assunzioni che il nostro assessorato alla Sanità si è distinto in questi mesi, ma lo stesso modo di fare, o di non fare, si è riscontrato circa la carenza strutturale di posti letto sul territorio. Infatti, quando a luglio venne presa la decisione di smantellare l’ospedale provvisorio allestito alle Ogr, dalla giunta regionale continuavano a provenire rassicurazioni circa l’individuazione e l’allestimento di una struttura alternativa prontamente utilizzabile in caso di necessità. Struttura che fino ad un paio di giorni fa, invece, non era stata nemmeno individuata ed oggi è identificata con un padiglione del plesso di Torino Esposizioni. Un Covid Hospital che necessiterà di molto personale per poter funzionare, che ad oggi ancora non è stato assunto, e che ha scatenato qualche polemica dal punto di vista strutturale, per la sua ubicazione e per la sua tenuta antisismica. Su quest’ultimo punto, l’ennesima dichiarazione che lascia perplessi da parte dell’assessore alla Sanità è stata rilasciata proprio ieri quando, ad una domanda circa uno studio del Politecnico di Torino che mette in dubbio la tenuta statica del padiglione, Icardi rispondeva placidamente “di non essere a conoscenza dello studio citato e di non essere stato informato”.

Insomma, il modus operandi della nostra giunta regionale, e dell’assessore alla Sanità, continua tra un “non lo sapevo”, un “non sono stato informato” e un “funziona tutto a dovere e se non funziona la colpa non è mia”. Un atteggiamento poco responsabile e che se non fosse per la maggior esposizione mediatica della giunta regionale della Lombardia, porterebbe il Piemonte ad essere considerato uno zimbello nella gestione sanitaria della crisi in corso.

*Claudio Desiro, Buona destra Piemonte

print_icon