Brutti presagi per Torino

Forse siamo tutti storditi (o almeno quelli che ancora hanno a cuore questa città) e immersi nel denso magma delle scelte politiche a destra e/o a sinistra. A sinistra viviamo una sconcertante, continua, a volte nauseante altalena connotata da battibecchi più che tristemente penosi (se pensiamo al glorioso passato di un partito che nel bene e nel male ha governato la città per decenni), con una caduta catastrofica in miserabili conflitti e penosi scollamenti preoccupanti fra fazioni in lotta non per il benessere di Torino, ma per la conquista del potere tout court, senza progetti, senza visione per il futuro, senza proposte unitarie su candidati sindaco con le “palle”, capaci di prendere in mano una città disastrata, devastata, sull’orlo di una crisi spaventosa. A destra vediamo le ipotetiche candidature di personaggi di cui non sappiamo quasi nulla, a parte Claudia Porchietto politica di lungo corso con i marroni e assai accreditata da Forza Italia, mentre di Paolo Damilano (accreditato Lega), sappiamo solo che è un importante imprenditore del vino e della ristorazione (!!!), delle acque minerali e di molte altre attività imprenditoriali di tutto rispetto più qualche ruolo pseudopolitico come: presidente della Torino Film Commission, che temiamo fortemente non abbia granché influito sulla sua coscienza e formazione politico/amministrativa rispetto a una città allo sfascio da anni e oggi alla frutta!

Dove andiamo? Che facciamo? Chi scegliamo? Insomma andando oltre le ormai stra-nauseanti considerazioni di appartenenza politica annessi e connessi, è lecito o almeno sarebbe lecito da parte di centinaia di migliaia di cittadini torinesi chiedere un progetto, un programma, una linea politico-amministrativa chiara e netta, solida, strutturata, organica e strutturale appunto. Qualcosa che vada oltre promesse vacue e generiche, oltre inutili e ripetitivi modelli di comunicazione ormai desueti, stantii, robaccia che segna implacabilmente la fine di un tempo di convenienze di potere ormai proprio non più adatta alle esigenze assai urgenti di radicale revisione dei modelli politico/gestionali della città (e penso anche del nostro Paese).

Dove va a parare Torino? Dopo l’abbandono da parte della “Famiglia”, dopo la tragica illusione delle Olimpiadi (gestite da politici incapaci, arroganti, limitati e profondamente ignoranti rispetto a una visione di ampio respiro futuro), Torino piccola città provinciale all’estremo nord ovest dei confini dell’impero, si dibatte e agonizza aspettando un sindaco capace di riportarla almeno alla dignità di città italiana degna di rispetto… Mah, speriamo che almeno ci siano degli dei propizi!

Grazie per l’attenzione

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