Stellantis, un'operazione planetaria

Una politica distratta e un’economia miope stanno trascurando l’operazione più esplosiva del secolo. Stellantis, si proprio lei. Tutti la guardano come se fosse la classica operazione di potere miope tra due fabbriche manifatturiere del tanto bistrattato ed inquinante mondo delle automobili. Faremo macchine a Torino? Salveremo Pomigliano? Ci faremo valere come Governo Italiano?

I francesi sono nell’azionariato quindi prevarrà la Francia, li c’è Macron che conta e ci porterà via tutto! L'ignoranza della classe dirigente e di decision makers è vergognosa. Nessuno si sta accorgendo che, se da un lato abbiamo l’operazione tecnologica più sconvolgente dell’industria moderna in termini di contenuti, prospettive ed opportunità (se ne è già parlato molto), dall’altra parte abbiamo la più grande operazione trasfontaliera da quando si parla di Europa. Questa operazione ha una magnitudine che nessuno ha ancora percepito, e che per assurdo nessuno potrà governare.

Stiamo parlando del più grande interesse geo-economico-politico mai prodotto in Europa. Parliamo di Governi e interessi nazionali enormi, ancor più in una situazione economico-pandemica di portata economico-sociale enorme. Francia (anche presente nell’azionariato), Italia, Germania (Opel ed i relativi accordi di stabilità fino al 2023), Spagna (con influssi in Portogallo), Ungheria (PSA-Toyota), Slovacchia e Polonia, Inghilterra con il marchio Vauxall (che certo Boris non si farà sottrarre) e l’Olanda (fiscalità ed interessi finanziari). Non c’è quasi governo europeo che non abbia punti di pil in questa operazione.

Ma non limitiamoci all’Europa. Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina e Brasile. E non solo. La Cina (uscita o meno dall’azionariato). Questo potrebbe essere il campione europeo, se ci fosse un’Europa, con una magnitudo al pari della guerra (o dell’influenza) del 5G. Pensate a un’impresa europea! Ma chi governa politicamente questa operazione? Nessuno! Nessuno nella classe politica europea ha le capacità, la visione o la forza di governare quello che potrebbe essere il punto di partenza di una politica industriale europea, forte e con interessi anche geopolitici mondiali. Un esempio che potrebbe essere seguito dalla finanza (un sistema economico finanziario di mercati alternativo agli Usa) o dalle banche. Operazioni che risveglierebbero e rafforzerebbero un’economia europea, che magari potrebbe dare un forte impulso all'esigenza di un’Europa vera e concreta. Meditate gente, meditate.

*Pierangelo Decisi, vicepresidente Anfia Componenti

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