La necessità di fare squadra

In un Paese come l’Italia, in una regione come il Piemonte e, in particolar modo, in una città come Torino, depressa da lunghi anni di crisi economica e sociale, il Covid si è abbattuto come una tempesta che ne ha peggiorato le condizioni in ogni ambito, accentuando le difficoltà ed evidenziando tutti i limiti di una classe dirigente abituata a specchiarsi su sé stessa ed ormai poco avvezza all’affrontare e risolvere i problemi con progettualità. Gli schieramenti politici, divisi su basi ideologiche superate, si concentrano su scontri di posizione piuttosto che cercare quella sintesi necessaria a superare la condizione critica con cui quotidianamente ci confrontiamo e, alla ricerca di quella boccata d’aria in più rispetto all’avversario, sfruttano la situazione per portare acqua al proprio mulino prendendo posizioni più utili al proprio status interno alla coalizione, piuttosto che attivarsi per trovare soluzioni efficaci ed efficienti condivisibili.

Un atteggiamento divisivo, di scontro continuo, che arriva a sfociare anche nel campanilismo territoriale, tipico di un paese ideologicamente anziano, in cui si guarda sempre al piccolo risultato da centrare per il proprio “giardino”, disperdendo le risorse e le potenzialità che deriverebbero da un gioco di squadra più ampio. Nel mondo globalizzato di oggi, con giganti economici in grado di sfruttare le crisi per consolidare le proprie posizioni, non abbiamo ancora imparato la lezione, cioè che solo con un gioco di squadra ampio si possono affrontare e vincere le sfide sociali ed economiche attuali e future. Un gioco di squadra che deve partire dal basso, con le Istituzioni locali schierate insieme a favore dei propri territori per ottenere risultati che vadano oltre i confini del singolo comune o città, con ricadute positive su interi territori, a livello provinciale o addirittura regionale.

La politica, in questo senso, ha il doveroso compito di andare oltre le barricate valoriali, agendo come propulsore di progetti condivisi e aggregativi di realtà diverse e le forze politiche che non si riconoscono negli atteggiamenti divisivi di alcuni partiti, hanno il dovere di cercare punti comuni tra loro per proporsi come valida alternativa di guida di intere comunità.

Come Buona Destra stiamo agendo da diverso tempo in questa direzione, confrontandoci con tutte le forze politiche, senza barriere ideologiche ed esportando al nostro interno le esperienze positive tra territori. Per fare questo, abbiamo attivato il Centro di coordinamento regionale del partito in cui, tutti i referenti locali potranno portare le proprie esperienze e condividere le istanze del singolo territorio affrontandole in modo condiviso con le altre realtà territoriali con problematiche simili. Si tratta di un deciso passo avanti nel nostro percorso di crescita e radicamento territoriale condividendo problemi, istanze e soluzioni tra noi e con le forze politiche che avranno il coraggio di fare quel passo avanti necessario al cambiamento politico che oggi viene richiesto dai cittadini. Un Coordinamento regionale che, in diretto contatto con la Direzione nazionale, guarderà al Piemonte come ad una realtà fondamentale per la ripresa del Paese, investendo in proposte, idee e progetti concreti, ed esportando in altre regioni i risultati positivi conseguiti come esempi virtuosi da seguire.

Nei giorni scorsi, abbiamo presentato a Vercelli la nascita di un Progetto Liberale condiviso con altre forze politiche: da +Europa a Italia Viva fino ad Azione hanno già espresso la volontà di lavorare in questo senso e, nei prossimi giorni, incontreremo le restanti forze politiche moderate. Un progetto che esporteremo da Vercelli a tutta la provincia e che proveremo a ripetere in tutti quei territori in cui incontreremo una disponibilità condivisa alla creazione di una valida alternativa, forte e credibile, agli schieramenti ideologici attuali.

Le dinamiche politiche, economiche e sociali del nostro Paese sono radicalmente mutate negli anni e per questo anche l’atteggiamento della politica deve cambiare adattandosi alle nuove dinamiche per tornare ad occupare quel ruolo di guida che le compete. La situazione attuale richiede quella dose di coraggio che la politica deve dimostrare di possedere per superare la devastante crisi che si prospetta davanti a noi. La Buona Destra, in questo, vuole essere espressione di cambiamento, lontano dai futili proclami quotidiani, con la concretezza necessaria al momento che stiamo vivendo.

*Claudio Desirò, Buona Destra

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