Torino è indifesa

Caro Direttore,
so che non è elegante ma consentimelo. La sera della visita di Conte nell’ottobre 2019 avevo detto che i risultati erano modesti. Cos’erano 100 milioni per Torino area di crisi quando la città metropolitana produce un Pil di 65 miliardi di euro e versa allo Stato miliardi di entrate fiscali? L’allora premier Conte ricompensò i 5 stelle della sconfitta sulla Tav con i 900 milioni per la metropolitana ma non diede gli incentivi che diede invece la Francia per il rinnovo del parco auto e soprattutto non fece il Piano industriale dell’auto forse per non disturbare l’accordo con i francesi. Il Governo giallorosso non ha fatto nulla per il settore auto ma Torino non è stata difesa come avrebbe meritato dalle ultime Giunte comunali e dalla politica. Anzi i partiti hanno prorogato il mandato ad Appendino per altri sei mesi. Oggi un sindaco nuovo alzerebbe molto di più la voce a difendere Torino e la sua storia industriale.

Ecco il punto. Se la politica non difende la città d il suo lavoro chi lo fa? Negli ultimi dieci anni mentre l’economia torinese cresceva meno della media nazionale il lavoro di Torino è stato difeso solo dalla società civile. Perché l’Autorità dei trasporti è arrivata a Torino con i suoi 200 posti di lavoro per iniziativa della mia Associazione Sì Lavoro con l’aiuto di alcuni parlamentari come Stefano Esposito, Magda Zanoni e Lucio Malan, mentre la Tav come sai bene è il frutto della mia associazione, delle imprese e delle madamin, mentre il Centro della Intelligenza Artificiale è nato dalla bella intelligenza di don Luca Peyron. Ergo i salotti e la Ztl non in questi anni non han difeso Torino e il suo futuro.

Il Pil procapite piemontese, determinato per oltre la metà dall’economia torinese, nel 2003 valeva 120 sui 100 della media della Europa a 28. Oggi è sceso a 100. Qualsiasi azionista privato non riconfermerebbe gli ultimi amministratori della città. Ecco perché la stampa cittadina farebbe bene a dare più spazio alla società civile se vogliamo sperare in un rilancio dell’economia e del lavoro a Torino oggi e domani. La società civile che è competente e in grado di rivolgersi ai tanti indecisi e ai tanti della piazza Sì Tav. Chi ha avuto il coraggio di mettere la faccia su battaglie non scontate avrà una maggiore determinazione a rilanciare la capitale dell’auto del 900 proprio ora che la Francia grazie a un accordo aziendale punta a essere la nazione dell’auto.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro per Torino

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