Gtt, non si gioca sul personale

Ci risiamo, in Gtt hanno trovato l’esca per far digerire il nuovo piano industriale. Il lupo cambia il pelo ma non il vizio. Purtroppo ancora una volta si preannuncia uno scenario già visto nel 2018. Nel settembre 2018, Gtt presentò un piano industriale che di fatto sanciva l’impossibilità di adeguamenti salariali per un triennio se non autoprodotti, in cambio di ritirare i minacciati licenziamenti di 260 dipendenti. Attuò quindi la strategia di dividere i lavoratori tra quelli minacciati di licenziamenti e quelli che dovevano accettare il congelamento degli aumenti salariali per poterli salvare. Lo specchietto per le allodole funzionò bene e oggi nessuno ha fatto caso che comunque l’organico di Gtt dal 2018 è stato ridotto di quasi il doppio dei famosi 260 esuberi che allora sembravano sull’orlo del licenziamento collettivo.

Oggi, l’azienda ci riprova con la questione CaNova. Il 12 aprile 2021 Gtt ha reso noto come intende presentare il nuovo piano industriale. Lo farà con lo stesso strumento di fulcro, usare i lavoratori di CaNova, che sperano di far parte quanto prima del Gtt pur mantenendo le stesse condizioni lavorative e salariali, facendo impegnare le parti sociali a sottoscrivere un piano industriale che nessuno ancora conosce, prevedendo da subito un piano di armonizzazione, (ovviamente con il grande sospetto che sia al ribasso per i lavoratori già Gtt) a partire dal 1/1/2022. Questo collaudato sistema, nel 2018, ha fatto si che tutti i lavoratori in questi 3 anni hanno contribuito con il loro lavoro e il loro salario a riportare i bilanci aziendali in zona di sicurezza, dopo che l’incompetenza e la politicizzazione della dirigenza pregressa e in parte attuale aveva affossato nell’ultimo ventennio.

Oggi ci troviamo di fronte nuovamente a una strategia che divide i lavoratori e preannuncia l’ennesimo periodo di lacrime e sangue con l’unico obiettivo di abbassare il costo del lavoro di tutto il personale Gtt. Questo sistema allungherà ancora di diversi anni la clausola aziendale secondo la quale non possono essere concessi aumenti strutturali e contratti integrativi di adeguamento salariale perché non previsti dagli advisor e che tutti i lavoratori di Gtt devono essere armonizzati al ribasso, per raggiungere gli obiettivi imposti dai finanziatori.

Siamo fermamente convinti che queste strategie padronali sono causa dell’impoverimento collettivo degli autoferrotranvieri e quindi da contrastare con tutte le forze necessarie e disponibili delle parti sociali. L’Usb considera inaccettabile qualunque proposta intesa a spezzare l’unità dei lavoratori, mettendoli oggettivamente in concorrenza gli uni con gli altri, a esclusivo beneficio delle aziende. Avallare una situazione in cui i sindacati saranno chiamati a scegliere tra dare un futuro a lavoratori di CaNova traghettandoli in Gtt o garantire e mantenere i diritti acquisiti dei dipendenti di Gtt significa rendere tutti più deboli e ripetere l'errore dell'ultima volta. “Errare è umano, perseverare diabolico”. Siamo sicuri che qualche altra organizzazione sindacale ne è consapevole e vorrà contrapporsi insieme a noi a questo becero modus operandi.

*Michele Schifone, segretario Usb Trasporti

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