Nei giovani ritrovo la speranza

Fra poco ne suonerò 72. Pochi? Tanti? Dipende, sono vedova, non ho un compagno né figli o nipoti a cui rendere conto delle mie azioni, le celluline grigie, nel bene e nel male, continuano a funzionare... Beh francamente credetemi, una condizione almeno per me ideale! Spesso ceno a pochi passi da casa mia a casa di due amici straordinari, delle 19,30 alle 21,30, poi si torna ognuno a casa propria, ma io mi fermo fino alle 22 a bere il “bicchiere della staffa” proprio sotto il mio appartamento, nel mio stabile, in un simpatico ristorante-pizzeria (via Pescatore angolo via Bava): con i gestori ho da tempo un ottimo rapporto. E poiché mi piace chiacchierare, stasera ho parlato a lungo con alcuni ragazzi (trent'anni o poco più) seduti a un tavolo nel dehors vicino a me del suddetto ristorante-pizzeria.

In questi giovani ho riscontrato grinta e vitalità, voglia di andare avanti, forse una certa “ingenuità” sui concetti di “neoliberismo” e filosofia “keynesiana” (forse troppa massiccia e confusa, molto confusa, temo drammaticamente confusa veicolazione di concetti filosofico/economico/ politici di enorme peso storico...) forse, dicevo, una certa ingenuità ma capperi! Mi hanno ridato un po’ di speranza sul futuro del nostro Paese, magari della nostra Torino. Saranno pochi ma ci sono, ragionano, sviscerano, si impegnano, lavorano, vogliono andare avanti... Vivaddio!

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