Quei ritardi giallorossi sulla Tav

Carissimo Direttore,
a proposito del cazziatone della Commissaria europea al Governo Draghi sui ritardi della Tav preciso che chi ha tenuto fermo tutto il discorso sulla Tav, lato Italia, è stata la ministra Demicheli che pur di non far cadere il governo giallorosso che si reggeva, come ben sai, sulla alleanza Pd-5 stelle ha tenuto ferma l’opera più importante per il rilancio di Torino, la Tav.

In questi giorni, secondo notizie del Ministero dei Trasporti, la Corte dei Conti non solo sta registrando il contratto tra Governo-Rfi e Telt ma registra anche la nomina del Commissario per la parte italiana, che io ho richiesto ripetutamente negli ultimi mesi con lettera a Draghi e con pubbliche prese di posizione. Il nuovo Commissario dovrà accelerare la definizione del progetto della tratta italiana che valorizzerà lo scalo di Orbassano e il ruolo di Torino. Il nome del Commissario dovrebbe stimolare un grande dietrologo come Te perché ci dice tante cose sulle tante manine che hanno tenuta ferma l’opera più importante per il futuro di Torino per 18 mesi.

Tra le parole della Commissaria che interessano molto Torino vi sono quelle relative a Salvini. La signora Radicova dice che Salvini sulla Tav ha cambiato posizione e questo dopo le nostre grandi manifestazioni Sì Tav in piazza Castello, arrivando a votare, il 7 agosto 2019, contro la mozione No Tav dei 5 stelle con cui quel giorno erano ancora alleati di governo. Non a caso in quei giorni Bruxelles aveva gli occhi puntati sul voto del Senato.

Ti scrivo queste cose perché sono importanti per gli elettori torinesi.

Se si andrà al ballottaggio, Stefano lo Russo, un bravo professore universitario, per vincere avrà bisogno del voto dei 5 Stelle. A che prezzo? La Tav.

Dobbiamo a una Commissaria europea la chiarezza sulle responsabilità dei due anni di ritardo della Tav che qualcuno aveva attribuito furbescamente al Covid. Le bugie hanno le gambe corte come è noto e ci è voluto una Commissaria europea per porre domande scomode non al Governo Draghi ma alle forze politiche italiane.

Ecco perché per vincere le prossime comunali i partiti torinesi, molto silenti sulla Tav, non basteranno ma saranno necessari i voti delle Liste Civiche che negli ultimi anni hanno rappresentato la parte migliore della politica torinese. I due anni di ritardo costeranno miliardi alla economia torinese ma mettere in sonno la Tav come è successo durante il governo giallorosso, sarebbe mortale per il futuro di Torino.

Ti ringrazio molto dell’attenzione,

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

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