Torino in fondo alle classifiche

Da vent’anni nelle classifiche delle tante associazioni che studiano la efficienza e la qualità delle amministrazioni comunali, Torino è sparita dai radar. Eppure, siamo la terza città per produzione di pil ma siamo scesi tantissimo nelle graduatorie del pil pro-capite (vuol dire che siamo impoveriti) per il lavoro, per la sicurezza ecc. Fassino dieci anni fa diceva che erano sbagliate e così non si rendeva conto del declino della prima capitale italiana. La superbia culturale della sinistra ha giocato un brutto scherzo, a Torino e ai torinesi. Siamo agli ultimi posti per sicurezza, per Lavoro giovanile e per la qualità dell’aria pur avendo una città bellissima grazie ai grandi architetti del 700 e alla struttura romanica. Nietzsche era affascinato dagli autunni e dalla bellezza dei palazzi.

Dalla denuncia del 2012 dell’Arcivescovo Nosiglia secondo il quale la metà della città che stava bene non si accorgeva della metà della città che stava male la situazione è peggiorata nel senso che oggi la metà della città che sta male ha superato il 60% e si è ulteriormente impoverita. Secondo Banca d’Italia qui le nuove aziende hanno una durata media inferiore alle altre città e secondo la Fondazione Rota Torino ha una capacità di attrazione di investimenti esterni pari alle città del Sud. La classifica di Etica punisce Torino nella capacità di amministrare, la cosa più importante, e ciò è paradossale se pensiamo alla qualità delle amministrazioni torinesi e piemontesi sia nell’800 che nel secondo dopoguerra.

In queste condizioni qualsiasi grande azienda non riconfermerebbe mai chi l’ha amministrata negli ultimi anni, è ciò che dovrebbero fare i cittadini torinesi domenica 3 e lunedì 4 ottobre.

Torino nel 2016 sbagliando si affidò ai cultori della decrescita e oggi sta peggio. Genova nel 2017 scelse la crescita e oggi sta molto meglio, anzi il più importante investimento nel Pnrr riguarda proprio Genova.

Del rilancio dell’economia torinese ne hanno bisogno i torinesi ma anche il Paese perché il peso e il condizionamento di Torino sulla economia nazionale sono molto superiori alla quota di pil prodotto nella prima capitale italiana.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

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