A Novara un precedente inquietante

La clamorosa diserzione delle imprese dalla partecipazione alla gara per la costruzione del nuovo ospedale di Novara suggerisce di rivedere il film della sistemazione della nuova sede della Asl di Novara, avvenuta alcuni anni or sono, per poterne trarre alcuni inquietanti presagi. La Asl di Novara (dal 1995 ben distinta dalla Azienda ospedaliero universitaria ‘‘Maggiore della Carità”) aveva la sua sede principale nello stabile sito in Novara, via dei Mille 2, già Poliambulatorio ex Inam. Il progressivo degrado di tale sede indusse a progettare il trasferimento delle strutture novaresi della Asl nel complesso dell’ex manicomio provinciale, sito sempre a Novara in v.le Roma n.7, costituito da una struttura di numerosi padiglioni, risalenti all’inizio del secolo ventesimo, in parte ancora utilizzati e per la maggior parte in rovina dopo che la cosiddetta Legge Basaglia decretò il decesso della istituzione asilare.

I lavori di riqualificazione e recupero dell’area dell’antico manicomio furono assegnati alla nota Impresa Pessina, che già aveva acquisito imponenti commesse di edilizia ospedaliera, tra le altre, anche presso il P.O. di Borgomanero della Asl di Novara. Non è irrilevante notare che la Pessina medesima (che mai si era occupata di editoria) provvide a rilevare dal Pds-Pd l’esausta ma storica testata de L’Unitá, avviandola ad una silenziosa eutanasia lontano dai riflettori, e togliendo così dall’imbarazzo il principale partito della sinistra.

La ristrutturazione della nuova sede novarese della Asl iniziò con grande grancassa mediatica (“L’Azienda sanitaria fa centro”, era lo slogan), con la prima apparizione ufficiale nel neo eletto presidente della giunta regionale Roberto Cota, che scese da Torino a benedire la creatura. Il cui sviluppo fu per altro stentato e infelice. Dopo un po’ di tempo, insorse un grave conflitto tra il committente (l’Azienda sanitaria di Novara) e l’impresa Pessina. I lavori rimasero interrotti per un paio d’anni. Alla fine, fu faticosamente raggiunta una transazione extragiudiziaria.

Le conseguenze non furono irrilevanti. Vennero ristrutturati oltre mille metri quadrati in meno rispetto al previsto. La Palazzina dell’Orologio, la prima che si incontra entrando da viale Roma, già sede di rappresentanza della direzione dell’Ospedale psichiatrico provinciale, non è stata ristrutturata e giace in stato di sostanziale abbandono. Solo il piano terra è stato adibito a mensa aziendale e bar, con una scelta a dir poco oscena. La Asl di Novara gestiva nella sede di via dei Mille n.2 un servizio di radiologia convenzionale ed ecografia molto efficiente, che consentiva addirittura l’accesso diretto (senza prenotazione, cioè) per le prestazioni radiologiche. A seguito della revisione del progetto di ristrutturazione della nuova sede di v.le Roma, tale servizio fu dismesso, a tutto vantaggio dei privati operanti nella città. La ex sede Asl di Novara in via dei Mille n.2 non ha trovato acquirenti. L’imponente edificio di sei piani (terra-cielo, nello slang degli immobiliaristi) giace abbandonato in rovina. L’Asl ha dovuto intervenire per consolidare la facciata che si stava sgretolando e il tetto (in eternit!), lesionato da eventi atmosferici. È abbastanza facile prevedere che alla fine sarà alienato al valore del solo suolo, sempre che l’Asl non debba farsi anche carico delle spese di demolizione. I precedenti per il nuovo ospedale di Novara sono inquietanti.

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