Centro congressi, al prossimo sindaco

Gentile futuro Sig. Sindaco,
sentiamo il dovere di proporre a Lei, proprio nei giorni della Sua elezione, e qualunque sia lo schieramento politico che Lei rappresenterà, una questione strategica per gli operatori torinesi del commercio e del turismo.

Certo non le è sfuggito che, proprio a ridosso della Sua elezione, e senza conoscere il Suo atteggiamento sul tema, Esselunga ha proceduto ad annunciare il vincitore della procedura, tutta privatistica, di scelta del futuro gestore del Centro Congressi destinato a sorgere, per decisione della Città, nell’area Westinghouse.

Con un decisionismo un po’ “padronale”, forse non contestabile in sede giudiziaria, ma certo lontano dallo spirito di “attenzione e servizio alla Città” che aveva animato il Dr. Caprotti all’epoca della firma del protocollo sull’area, Esselunga ha affidato la scelta del gestore – la più strategica per un Centro Congressi – ad un consulente immobiliare. Questi, dopo un tempo, fin troppo lungo per i criteri puramente contabili adottati, ha finito per proporre (e far approvare) al Committente, la scelta più inquietante per chi ha a cuore gli interessi strategici della Città: Fiera Milano Congressi, rappresentante di un azionista (l’area metropolitana milanese), quasi sempre concorrenziale e quasi mai sinergico con l’area torinese, particolarmente controindicato per guidare un business fortemente competitivo come quello dei congressi: troppo facile prevedere la scelta milanese quando saranno in corsa le grandi opportunità congressuali, dai congressi medici a quelli delle più ricche categorie imprenditoriali e professionali.

Opporsi al risultato della procedura potrebbe, oggi, essere un atteggiamento comprensibile, ma portatore, purtroppo, di una nuova perdita di tempo, alla pari del contenzioso di Coop con Esselunga, costato 9 anni al progetto.

A noi operatori del commercio e del turismo che dimostrammo la nostra fiducia nell’iniziativa non impugnando l’idea di un centro Commerciale in una zona di massimo pregio urbanistico, ma sposando la strategia congressuale, pare oggi essenziale che il Sindaco, forte dell’autorità politica e della credibilità popolare conferitogli dall’elezione, chiami al suo tavolo, con la Città ed Esselunga, le forze interessate, per correggere le principali storture del progetto proclamato vincitore: aver evitato un dialogo con le forze sociali e imprenditoriali, che sono i naturali partner di una strategia di rilancio del turismo congressuale.

Questi errori non sono irreparabili, ed è possibile, con l’alta mediazione del Sindaco, dare vita a utenze non solo congressuali delle aule del centro Congressi e creare formule integrate di gestione tra Fiera Milano Congressi con una struttura partecipata dalle forze sociali.

Una mediazione di questo tipo creerebbe un soggetto imprenditoriale molto più forte, che potrebbe accedere senza subalternità alle sinergie col partner milanese e usufruire pienamente di tutto il sistema Piemonte, come base complementare negli ambiti della ricerca scientifica e tecnologica, dell’automotive e dell’agroalimentare.

Torino ha una esperienza negativa nel campo congressuale e fieristico, maturata con l’imposizione di gestori competitivi, da Bologna come da Lione. Ma Torino ha anche una straordinaria esperienza di cooperazione imprenditoriale sovraregionale, evidenziata nei giochi olimpici, nelle celebrazioni di Italia 150 e nel persistente successo nazionale nelle fiere del libro e del gusto.

Siamo fiduciosi che Lei, come nuovo Sindaco, impedirà uno sfregio alla nostra categoria e riaprirà il confronto con tutti i soggetti interessati, valorizzando le culture e le esperienze locali e interagendo coi partner, anche milanesi, interessati allo sviluppo di tutti i territori interessati.

Ci contiamo davvero

*Marco Anfossi, a nome di un gruppo di operatori commerciali e turistici torinesi 

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