Un galantuomo capace e intelligente

“Grand Hotel. Gente che viene, gente che va... tutto senza scopo”. Come nel prezioso film del 1932 mi viene da considerare la politica attuale nello stesso modo. Il suicidio di Angelo Burzi, amico di sempre, alimenta paradossalmente questa mia sensazione, all’attonito dolore per la sua morte si mescola un’amara e fatalistica considerazione della politica come entità dove appunto “la gente va e viene”: onesti e trafficoni, ignoranti e preparatissimi, capaci e incapaci, parassiti e galantuomini, coraggiosi e striscianti, opportunisti e rigorosi...

Angelo era un galantuomo, era capace e intelligente, era un politico a tutto tondo. Colpevole? Innocente? In primo grado innocente, poi colpevole... Mah, che dire? Che pensare? La discrezionalità del Giudice fa la differenza, prima sei innocente e poi colpevole, passano gli anni e l’altalena continua... Che pensare? Angelo era un galantuomo, capace e intelligente, un politico a tutto tondo, raro di questi tempi! E poi, dopo che in questi giorni tutti i giornali spendono paginate con la sua foto per ricordare quanto i processi siano lunghi, quanto sottopongano gli imputati a tensioni insopportabili (in fondo Angelo col suo suicidio è stato in grado di riportare alla ribalta questo orrendo problema), quanto sia inquietante il meccanismo che prima ti dà innocente e dopo anni ti dà colpevole in attesa del prossimo giudizio (fra chissà quanti anni), dopo tutto ciò, fra qualche giorno cadrà il silenzio, Angelo Burzi sarà dimenticato, lui e la sua figura, lui e la sua tragedia, lui e ciò che questa tragedia rappresenta, ci si occuperà di altri politici vivi e vegeti, magari mediocri, dei loro battibecchi, delle loro azioni, dei loro sforzi per mantenere consenso e potere. Gente che viene e gente che va. C'è chi non regge al linciaggio devastante e chi sopravvive impermeabile e con vigore. Gente che viene e gente che va...

Grazie per l’attenzione

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