Torino non perda il treno

Qualche giorno fa è stato pubblicato con suon di fanfare un video o rendering in 3D di una futura stazione della Metro2 di Torino; peccato che video simili siano stati pubblicati (e tutt’ora sono reperibili su internet) nel 2010 e nel 2015. Forse allora servivano per far giungere qualche piccolo finanziamento (chissà dove finito) ma non certo per far partire appalti e lavori. E le edulcoranti parole con cui i vertici dei partiti regionali e comunali promettono la prossima partenza dei lavori (nel 2024) vengono smentite immediatamente dal fatto che dei 4,3 miliardi previsti dal Pnrr per metrò e trasporto locale neanche mezzo sia destinato a Torino perché Torino è fuori dalla lista. Infatti, le risorse saranno destinate a Firenze, Bologna, Palermo, Catania, Taranto, Milano e Napoli. Come mai?

Torino è fra le città d’Italia con l’aria più inquinata, la metro2 collegherebbe Caselle (con il treno che da Caselle arriva a Rebaudengo) al centro di Torino in 10 minuti, si ridurrebbe enormemente il traffico su quattro ruote, si riqualificherebbe un territorio di oltre 22 km quadrati con una ricaduta in termini commerciali, di lavoro e anche sociali. Perché Torino è fuori dai giochi? Perché nella scelta di finanziare un’opera piuttosto di un’altra pesano lo stato della progettazione e i tempi di realizzazione e Torino è in ritardo. In fondo Torino Nord sta solo aspettando da trent’anni che qualcuno si muova. E anche ora rimarrà al palo. Torino non è stata in grado di presentare il progetto esecutivo in tempo forse? Sarebbe interessante conoscere il perché, da ormai troppi anni, è stata fatta la scelta di abbandonare una parte della città e di non ripartire dalla zona più vicina a Milano per far crescere e rivivere Torino e farla diventare veramente una città metropolitana.

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