Maledetta privacy

Va bene che si viva nell’Universo che respira, che si dilata e si contrae come i nostri polmoni, inspira ed espira prendendosela con calma e con la nostra speranza che non gli venga voglia di fare immersioni in apnea: nel caso, poveri noi! Va bene che i nostri politici ci abbiano abituato a repentini e disorientanti cambiamenti di stato: NoEuro, SìEuro; MaiColPD, SempreColPD; NoGreenPassNo, SìGreenPass etc… Va bene che l’Australia sia la terra dei canguri, quei simpatici marsupiali che, abituati sin da piccoli a vedere il mondo sobbalzare su è giù, scoprirono la relatività del moto ben prima di Galileo e Einstein. Va bene che il tennis si giochi con una pallina che, poveretta, viene sbattuta con forza avanti e indietro da due forsennati che si muovono scomposti, osservati da un signore seduto in alto, che ancora non ha imparato a contare bene, separati da una rete per dividerli quando litigano, magari solo per una pallina che non si sa bene dove sia caduta.

Ma la tormentata e altalenante vicenda del tennista Novak Djokovic (Nole, ma non quello dopo Ciriè) ci sorprende molto. Gli italiani pensavano di essere le uniche vittime della schizofrenia patologica dei decisori ai piani alti. Invece no, lo sono anche gli australiani e i patiti del tennis: mal comune, mezzo gaudio, si direbbe compiaciuti. Lo invitano agli Australian Open di Melbourne ma lui, avendo scelto di non farsi inoculare il siero magico che dovrebbe preservarlo dall’unica malattia di cui si parla ora, non può atterrare in quella terra. Se ne deduce che Brunetta e Macron abbiano fatto scuola anche in Australia, dove c’è una sorta di lasciapassare verde per far vedere i sorci (verdi, ovviamente) ai novax o presunti tali. Ma il problema viene superato, qualcuno trova un escamotage (che purtroppo al momento non è dato conoscere, ma si pensa suggerito da qualche nostro azzeccagarbugli) e quindi un giudice della Corte di Melbourne permette a Nole di mettere piede nella terra natia del povero Julian Assange (sigh!) e andare a vincere il torneo dei forsennati che si tirano le palle (non fraintedete!).

Tutti contenti allora? Assolutamente no. Corre subito voce che la polizia abbia arrestato il campione per espellerlo immantinente con un Daspo di tre anni (anche qui si sospetta lo zampino di una nostra esperta di moto ondulatorio) e così giustizia sarà fatta. I novax non siano tollerati, ma ricacciati nelle fogne. Anche se ricco e famoso, Nole non può fare eccezione, e finalmente qualcun altro potrà vincere l’Australian Open. Allora la vicenda è conclusa, dirà qualcuno? Macché, la notizia dell’arresto viene smentita. E allora il serbo potrà tornare libero a giocare? No, il Governo potrebbe ancora espellerlo. Ecco, questa al momento sembra essere la nebulosa situazione australiana, che al confronto fa apparire limpidissime le italiche vicende. Saremo quindi condannati ancora per un po’ a non soddisfare la nostra forte curiosità: Djokovic giocherà, o no? Ma soprattutto: si sarà fatto pungere, o no? Maledetta privacy!

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