Asti-Cuneo, emblema di un fallimento

L’Autostrada Cuneo-Asti purtroppo continua ad essere l’emblema del fallimento della capacità italica di realizzare le grandi infrastrutture. Mi pare che, a cominciare dai cittadini per poi arrivare agli amministratori, non ci sia la consapevolezza dell’importanza delle grandi opere e delle ricadute positive che esse hanno sulla vita quotidiana. Purtroppo, non c’è la possibilità di rendere evidenti i vantaggi di un’autostrada o di una centrale elettrica, perché essi non sono immediati. Anzi, normalmente nell’immediato si vedono sostanzialmente solo gli svantaggi.

Nel caso della Cuneo-Asti, questa situazione di scarsa attenzione verso un’opera emblematica per la provincia e per la sua capacità di collocarsi all’interno del reticolo di comunicazioni della rete Ten Europea e dei collegamenti nazionali, purtroppo è stata la causa dei tanti e gravi ritardi con cui quest’opera si barcamena, perché a distanza di quasi due decenni non è ancora stata conclusa. Mi pare che una ragione tecnica di questi vergognosi ritardi sia la disinvoltura con cui il nostro sistema pubblico cambia le carte in tavola e apre un diluvio di discussioni all’interno dei cosiddetti organi tecnici. Risulta così che questa disgraziata opera, sia partita con un compromesso di tracciato, la cosiddetta zeta, includendo la tratta della A6 da Carrù a Marene, e poi nel tempo, quella parte di tracciato che doveva essere un esempio di autostrada ambientalmente all’avanguardia, è stata stravolta con l’eliminazione della galleria sotto il Tanaro.

Non so se questo modo di procedere è compatibili con le condizioni del bando e con la convenzione stipulata con il concessionario, certamente non è comprensibile per l’utente che dovrà poi pagare per percorre l’autostrada. Parte integrante della convenzione e del calcolo dei pedaggi è il Piano finanziario, ed elemento fondamentale dello stesso è il costo di realizzazione del progetto proposto in gara. Non so se è possibile cambiare il progetto e perciò il Piano finanziario alla fine dell’iter di realizzazione. Effettivamente però, se non si farà il Tunnel sotto il Tanaro e l’autostrada diventerà la tangenziale di Alba e parte della viabilità ordinaria, è ovvio che la tratta Castagnito Cherasco dovrà essere liberalizzata e non sottoposta a pedaggio.

*Sen Ing. Giuseppe Menardi

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