Auto, un odg della Sala Rossa

Lo scontro al Parlamento europeo sull’auto elettrica, come contributo importante alla riduzione dell’inquinamento, che può essere mortale per l’economia torinese e piemontese è stato affrontato male e tardivamente dai partiti. Nel nostro Paese e nelle nostre case i problemi purtroppo si affrontano all’ultimo e quasi mai nel modo migliore.

È vero, i trasporti danno un bel contributo all’inquinamento e l’Italia da anni è a rischio di infrazione in Europa per il forte inquinamento della Pianura padana. L’auto elettrica è la risposta? Non ora, e solo in parte nel futuro. Non ora, perché abbiamo pochissime colonnine di ricarica e perché oggi l’energia elettrica viene prodotta da centrali a carbone o a petrolio e quindi l’auto non inquina ma inquinano le centrali, avendo detto di no nel 1987 all’energia nucleare. L’auto elettrica costa molto e quasi 2/3 della popolazione non se la potrà permettere mentre una volta l’operaio Fiat poteva acquistare l’auto che produceva.

Risultato, in Italia e in Europa abbiamo un grosso parco circolante vecchio, inquinante e meno sicuro delle auto moderne. Se in Italia e nei Paesi europei la quota del parco circolante inquinante (da Euro 0 a Euro 4) arriva al 30%, nei Paesi dell’est è molto più alto. Il mio amico Enrico Letta, che ha portato il Pd a mettere in secondo piano la difesa del lavoro per considerare una priorità l’ambiente da consegnare ai nostri figli,  dimentica che oggi in Europa circolano quasi 200 milioni di auto vecchie e la metà dei tir, tutti da Euro 0 a Euro 4, che inquinano e continueranno a inquinare perché la metà della popolazione non è in grado di sostituire la propria vettura.

Ecco perché insisto nella mia proposta di chiedere all’Europa di stanziare 50-70 miliardi di incentivi per rottamare il vecchio parco circolante sostituendolo con auto euro 6 dell’ultima generazione che inquinano pochissimo e così si rilancerebbe la produzione e il lavoro, oltre a tagliare drasticamente e da subito l’inquinamento perché gli ottantenni di oggi possano vivere in un ambiente meno inquinanti. Non solo quelli che avranno 80 anni nel 2035.

L’auto elettrica necessita di meno della metà dei componenti dell’auto tradizionale, non a caso l’industria dell’auto era chiamata la fabbrica delle fabbriche. In Italia la soluzione europea che punta a produrre solo auto elettriche porterebbe alla perdita di migliaia di aziende e di almeno 75.000 posti di lavoro, in Europa 700.000.

Il tutto mentre autorevoli voci dal ministro Cingolani, per anni direttore dell’I.I.T. di Genova, al rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, continuano a insistere di non impacciarsi solo alla soluzione dell’auto elettrica. Ci sono altri modi per avere un’auto che non inquina. Ecco perché giustamente una parte del fondone auto del ministro Giorgetti verrà destinata alle ricerche sui nuovi carburanti. Ecco perché puntare sull’auto ibrida è la soluzione migliore, tenuto conto degli anni necessari per dotare il Paese delle colonnine di ricarica. L’auto ibrida non ci consegnerebbe mani e piedi alla tecnologia cinese.

Credo di essere più credibile di altri a parlare di impegno a favore dell’ambiente perché al governo, nel 2008, sbloccai le autostrade del mare che consentono a quasi 1 milione di tir ogni anno di utilizzare la nave per venire dal Sud al Nord. Nel 2009 ideai io e finanziai il Ferrobonus, l’incentivo che lo Stato dà ai trasportatori per utilizzare il treno piuttosto che i tir. Da ultimo la battaglia per la Tav è volta a trasferire il  50% del trasporto merci e passeggeri dalla strada alla rotaia.

Sottolineo l’importanza che l’Italia affronti questa prospettiva disponendo di uno stanziamento di oltre 8 miliardi a favore del settore. Fondi che non c’erano nella Legge finanziaria approvata il 28.12.2021 e che grazie alla mozione Molinari sono stati stanziati. Io conto che Draghi in Europa si presenti con un pacchetto che da un lato rottama le auto e i tir vecchi in circolazione, migliorando l’ambiente e rendendo più sicuro il traffico su strada, e inoltre spinga per una soluzione che punti sia sull’auto elettrica che sull’auto ibrida, incentivando le ricerche sui nuovi carburanti.

Torino, in questo modo, non perderebbe le proprie aziende e col Politecnico, con il nuovo Centro per l’auto e con l’Autorità dei trasporti possa candidarsi ad essere una delle capitali della mobilità del futuro. Ecco perché è importante che il Consiglio comunale di Torino approvi alla unanimità un odg da inviare al Governo che raccolga queste proposte e quelle di Lo Russo.

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