La sinistra ha impoverito Torino

Caro Direttore,
con grave ritardo escono dati e conferme. A Torino aumentano precarietà e diseguaglianze, ma negli ultimi trent’anni non ha governato il centrodestra.

Le statistiche aiutano a capire bene lo stato di salute di aziende e della città. Dalla tabella che allego si vede bene come negli ultimi trent’anni Torino abbia perso più giovani di quanto ne avesse persi nei trent’anni precedenti così come noi sappiamo che negli ultimi trent’anni Torino è cresciuta meno delle altre città italiane e si sia impoverita. Eppure, dai giudizi largamente positivi sulle amministrazioni che hanno governato Torino dal 1993 ad oggi non si sarebbe detto. Eppure, Torino negli ultimi 29 anni è stata governata per 24 anni dalla sinistra e 5 anni dai grillini. Altro che caso di successo di trasformazione della città da città fabbrica a città moderna. La distanza tra la metà della città che sta bene e la metà della città che sta male è cresciuta, con buona pace del cattolicesimo politico che ha supportato le amministrazioni di sinistra da Castellani in poi.

Negli ultimi trent’anni la grande azienda ha ridotto produzioni e lavoro senza che nessuno si lamentasse più di tanto, ha venduto aree e fabbricati al sistema pubblico e infine ha venduto ai francesi lasciandoci in brache di tela perché il nuovo padrone si è premurato di dirci ripetutamente che i costi di produzione a Torino sono troppo alti.

Ora la sinistra in Europa ha votato affinché si cessi la produzione delle auto tradizionali e si producano solo auto elettriche incuranti che ciò comporterà la chiusura di importanti aziende dell’indotto e la perdita solo in Italia di 70.000 posti di lavoro, lasciando immutato l’inquinamento perché oltre 100 milioni di auto e Tir da Euro 0 a Euro 4 continueranno a girare. Questa decisione sarebbe il colpo di grazia per la nostra economia visto che in Piemonte le centinaia di aziende dell’indotto, oltre a ciò che produce ancora Stellantis, vale oltre 15 miliardi di fatturato, oltre il 10% del pil piemontese.

A chi rivendica con orgoglio la differenza tra la sinistra e la destra osservo che ormai la sinistra si qualifica sul fronte dei diritti ma non più su quello del lavoro, che invece per la parte più debole della società, a partire dai giovani, è il primo e principale obiettivo.

Il mitico notaio Andrea Ganelli reclama giustamente il primato della politica. Ma quale politica? Quella che ha accompagnato il disimpegno industriale e il declino economico e sociale di Torino?

Giovedì prossimo a Bruxelles si gioca il destino di centinaia di aziende dell’indotto e di decine migliaia di posti di lavoro. Mi auguro che Draghi corregga la decisione demagogica del parlamento europeo sul futuro dell’auto. Capisco che ogni re voglia divertirsi (“le Roi s’amuse”) così il nostro sindaco si è tolto lo sfizio di suonare la chitarra in Sala Rossa, facendo venire qualche mal di pancia allo spirito di Cavour e dei grandi sindaci del passato ma i problemi di Torino oggi sono più forti di quelli del 17 ottobre scorso quando è stato eletto. Qui non c’è niente da divertirsi perché come ha denunciato anche il nuovo arcivescovo a Torino le diseguaglianze continuano ad aumentare. San Draghi pensaci Tu.

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