Non è mai troppo tardi per imparare

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “So di dire una cosa molto forte, ma penso che il fondatore del pensiero di destra e conservatore in Italia sia Dante Alighieri”. Da quel momento, era il 14 gennaio, politici e media hanno oscurato per qualche ora guerra e caro benzina per dibattere sul tema: “Dante di destra o di sinistra?”. Non ho sull’argomento, come purtroppo la maggior parte di chi si è cimentato nella “singolar tenzone” letteraria, la preparazione necessaria per entrare nel merito di un simile dibattito, che, a prima ed inesperta vista, appare più come un titolo di una rappresentazione del teatro dell’assurdo, però mi ha particolarmente colpito il fondo di spalla scritto da Nadia Urbanati, docente di teoria politica nel Department of Political Science della Columbia University”, e pubblicato sul quotidiano Domani: “Il Minculpop è risorto. E comincia dai fondamenti. Domanda: Einstein era di destra o di sinistra? Non ha senso. Non perché sia senza senso, bensì perché Einstein non era italiano. Con Dante quella domanda ha senso. Perché l’autore della Divina Commedia e del De Monarchia è roba nostra, italianissima".

Credo che la docente della Columbia University, affermando che non ha alcun senso chiedersi le tendenze politiche di Albert Einstein mentre ne ha chiederselo di Dante Alighieri perché, a differenza di Einstein, Dante “è roba nostra, italianissima”, abbia voluto ironizzare la battuta culturale del ministro tirando in ballo il Minculpop che sull’enciclopedia Treccani viene definito come “la denominazione abbreviata con la quale era indicato il ministero della Cultura popolare nell’Italia fascista, tra il 1937 e il 1944, oggi utilizzato per designare tal ministero in senso dispregiativo”.

Il sommo poeta, infatti, è nato a Firenze nel 1265 ed è morto a Ravenna nel 1321, e non era di nazionalità italiana e questo per il semplice motivo che la nazione Italia non esisteva ancora. A volte noi italiani, come ben rappresentato da Roberto Benigni l’8 giugno 2014 al teatro San Carlo di Napoli in un incontro con Eugenio Scalfari sul tema “All’inferno con Ulisse”, sosteniamo, con eccessiva megalomania, che “abbiamo inventato tutto noi!” facendo risalire l’italica nazione almeno all’Impero Romano.

Purtroppo spesso si confonde la geografica penisola italica con la nazione Italia. Ritengo utile ricordare che prima della nascita dell’Italia, avvenuta nel 1861, la penisola italica era composta politicamente dai seguenti stati: Regno di Sardegna, capitale Torino con i Savoia; Principato di Monaco, capitale Monaco con i Grimaldi (ancora oggi esistente e facente riferimento alla Francia); Regno Lombardo Veneto, capitale Venezia con gli Asburgo-Lorena (entra formalmente in Italia nel 1866); Ducato di Parma e Piacenza, capitale Parma con i Borbone-Parma; Ducato di Modena e Reggio, capitale Modena con gli Austria-Este; Ducato di Massa e Carrara, capitale Massa con gli Este; Ducato di Lucca, capitale Lucca con i Borbone-Parma; Granducato di Toscana, capitale Firenze con gli Asburgo-Lorena; Repubblica di San Marino, capitale San Marino (ancora oggi indipendente); Repubblica di Cospaia, capitale Cospaia; Stato Pontificio, capitale Roma con governo Ponteficio (entra in Italia nel 1870 riservandosi, come stato indipendente, la piccola area dello Stato Vaticano all’interno di Roma); Regno delle Due Sicilia, capitale Napoli con i Borbone-Napoli.

Il 17 marzo 1861 nacque il Regno d’Italia ma l’idea di nazione (un popolo, un territorio e una lingua) non era affatto raggiunta: dei 23 milioni di abitanti, meno di due milioni parlavano italiano mentre il 78% della popolazione non sapeva né leggere né scrivere. Non è stato Dante che (sempre dall’articolo di Urbinati) “fu capace di raccogliere in un solo illustre volgare le sparse lingue della penisola” ma, dopo 100 anni dalla costituzione dell’Italia, è stata la Rai degli anni ’60 con il maestro Manzi. E adesso, secondo l’insegnamento che ci ha tramandato il Maestro, dobbiamo dimostrare con i fatti che “non è mai troppo tardi” per rendere l’Italia una nazione in cui tutti i cittadini, indipendentemente che siano di destra o di sinistra, remino nella stessa direzione nell’interesse del popolo sovrano.

print_icon