Un laicismo sguaiato e barbaro

Il tema del Crocifisso da rimuovere dai luoghi pubblici è argomento vecchio di decine d’anni. In prima persona ho partecipato a tanti inutili dibattiti che sono serviti soltanto a separare i liberali dagli illiberali. Anche il laicista furioso Salvemini finì per definire ridicolo ed assurdo un “catechismo laico”.

Che un eccentrico consigliere comunale di Torino voglia digiunare contro l’esposizione del Crocifisso nella Sala rossa del consiglio comunale ha certamente poca importanza, come ha pochissima importanza la vulgata laicista del massone ultracentenario Bruno Segre che ripete stancamente cose che forse la stessa Massoneria non condivide più. Il tema del crocifisso nella Sala rossa è tema vecchio ed obsoleto, più volte riproposto inutilmente nel corso degli anni da gruppuscoli di laicisti intolleranti. Ancora una volta la distinzione netta di Norberto Bobbio tra laici e laicisti riappare, così come la fondamentale precisazione di Alessandro Passerin d’Entreves sulla laicità che non significa miscredenza, dovrebbe essere ricordata almeno da chi non è del tutto incolto.

I veri laici sono pluralisti sempre e non sono disposti a battaglie di retroguardia del tutto fuori dal tempo. Basterebbe leggere qualche pagina del “Perché non possiamo non dirci cristiani” di Croce per capire che il Cristianesimo è parte storica ed ineliminabile della nostra civiltà occidentale e laica. Basterebbe leggere cosa scrisse Natalia Ginzburg sul Crocifisso, lei ebrea e atea comunisteggiante, per capire cosa significhi il Cristo crocifisso che da tempo è stato fatto sloggiare dalle scuole. Alla prossima mossa attendiamo che sia richiesta anche la rimozione dai campanili e dalle opere d’arte con una rimozione che appare molto simile alla censura della Controriforma riguardo al nudo. Dagli al Crocifisso è un modo sguaiato e barbaro di presentarsi di un vetero-laicismo che non legge e non studia. Un uomo come Marco Pannella che parlava di laici credenti e non credenti, aveva rispetto per i simboli religiosi. Quando i Francesi arrivarono a Milano, tolsero subito i crocifissi dalla Sala del Comune a Palazzo Marino. Il poeta illuminista Parini che non era distante dalle idee egualitarie della Rivoluzione francese disse: “Dove non entra il cittadino Cristo, non entra neppure il cittadino Parini”.

Io chiedo in modo formale di essere ascoltato alla Presidente Maria Grazia Grippo che ha ben altra sensibilità democratica dei suoi predecessori immediati, in primis come studioso della laicità su cui ho scritto saggi conosciuti a livello internazionale.  Ma lo chiedo anche a nome del Centro Pannunzio, centro culturale laico e liberale che esiste ed opera da 55 anni. Su questo tema chiediamo di essere ascoltati. Il centro Pannunzio ha il dovere di rimarcare la distinzione tra la crociana religione della libertà e il culturame laicista e giacobino che vuole ghigliottinare il Cristo crocifisso.

*Pier Franco Quaglieni, direttore Centro Pannunzio

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