Gtt, così non va

Noi interpretiamo il sindacato come un importante veicolo di coesione che dovrebbe adoperarsi per far crescere tra le lavoratrici ed i lavoratori quelle forme di solidarietà che favoriscano il miglioramento delle condizioni di vita, di lavoro, di salario, di sicurezza. Sollecitati dalle lavoratrici e dai lavoratori, negli ultimi mesi abbiamo intrapreso un percorso, che nostro malgrado, ha trovato “orecchie sorde” da parte del nuovo corso aziendale” che crede ancora a facili scorciatoie fatti di atti unilaterali, esclusioni, discriminazioni e furbizie di ogni specie e genere. Nega regole e riconoscimenti economici ,assistiamo a continui annullamenti della preconoscenza, all’aumento vertiginoso delle telefonate da parte dell'ufficio spev e all’utilizzo indiscriminato dello straordinario, a problemi di concessione ferie festività infrasettimanale in tutti i settori (Tpl, metro-ferro per fare alcuni esempi) o addirittura alla dedizione di percorsi e linee ecc., in una città sempre più affollata e caotica e con il manto stradale che ti costringe a slalom tra buche e tombini (sempre sotto il tiro incrociato dei "cecchini aziendali" che bandiscono “l’allegato a” del Regio decreto 148, con il miraggio di una manciata di minuti per poter finalmente fare tappa al “bagno del prossimo capolinea” sempre se funzionante e igienicamente utilizzabile.

Insomma, siamo di fronte ad una gestione fortemente ideologica. L’ultima chicca è punire tutti coloro che segnalano guasti o problemi legati alla sicurezza, alcuni esempi auto aziendali che andrebbero fermate. Come se non bastasse il rifiuto di riconoscere ai lavoratori la famosa valorizzazione del personale tentando goffamente di “barattarla” con accordi al ribasso ed ulteriori recuperi o addirittura rinviare riunioni per non affrontare le problematiche sollevate dalle organizzazioni sindacali. Hanno continuato ad assumere funzionari ed impiegati, senza preoccuparsi dopo vari piani di mobilità, che forse all’interno dell’azienda esistevano già le risorse necessarie a rispondere a quelle esigenze. Le esternalizzazioni delle manutenzioni continuano, ignorando i fallimentari risultati, sia sul piano economico che su quello dell’efficienza dei mezzi, inoltre altro settore si aggiunge allo smantellamento della proprietà pubblica “gli assistenti alla clientela”.

Mentre si regalano promozioni e premi “a simpatia”, si ignora il giusto inquadramento dei lavoratori Gtt, ormai chi ha seri problemi di salute diventa un peso. Facendo ciò ricalcolano le “bizzarre” volontà di recuperare dai lavoratori le risorse che continuano a sprecare con una gestione a dir poco “leggera”. Inoltre, espongono Gtt ad eventuali cause che costerebbero centinaia di migliaia di euro.

Chi pagherà? Ovviamente la comunità torinese. Non certo voi cari signori dallo stipendio di Giada. Non pagheremo i vostri errori, i tagli devo partire da chi spreca non da chi lavora. Per difendere il nostro futuro, per una vera politica delle pari opportunità, per un accordo dignitoso sulla valorizzazione del personale viaggiante, movimento metro ecc., per il rilancio delle manutenzioni, per la risoluzione dei problemi legati a turni orari nei vari settori, per il diritto ad avere servizi puliti e funzionali ai capolinea, per una maggiore sicurezza sul lavoro, per il mantenimento dei diritti,  contro le politiche di spreco in atto, contro le ipotesi di terziarizzazione ed esternalizzazioni di settori essenziali quali manutenzioni e assistenti alla clientela, contro un’azienda che vede sempre più spesso i propri dipendenti come soggetti da “controllare” e punire invece che come risorsa da valorizzare.

Noi della Fast-Confsal insieme agli amici della Faisa-Cisal, il 7 giugno 2023 abbiamo indetto uno sciopero aziendale di 4 ore. Ci scusiamo per i disagi che subirà la cittadinanza, ma di fronte ad un interlocutore sordo, che ignora perfino l’invito della commissione di garanzia, non ci resta che lottare per un trasporto pubblico efficiente e puntuale.

Roberto Faranda, Fast-Confsal Piemonte

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