Fare i conti col Ventennio
Luciano Cantaluppi 10:00 Domenica 20 Aprile 2025 0
Da tempo i quotidiani riportano nelle storie del ventennio le agnizioni di molti che arrivano a conoscere il percorso dei loro parenti sotto il fascismo. Ahimè sono vecchio (la mia prima elementare a Torino nel 1938, scuola Boncompagni) quindi ho una conoscenza diretta del periodo (avevo 10 anni nel 1943) ed è interessante leggere di queste scoperte delle famiglie e del percorso dei nostri parenti, e di quanto hanno narrato: con gioia alcuni, con delusione altri, soprattutto con molta reticenza. Un popolo che ha applaudito pure alla guerra (accidenti!) e lo hanno fatto tutti (brutto a dirsi ma salvo poche eccezioni, proprio così), grandi personaggi dello Stato, illustri pensatori, modesti cittadini, complice anche la Chiesa di Roma che adorava il regime ed ha accettato pure le leggi razziali (Civiltà cattolica/De Felice).
Assoluzione completa? Vero impeto di libertà? Redenzione imposta dalla guerra? Trovo almeno buffo lo stupore di molti che per pigrizia e calcolo non hanno fatto i conti, almeno studiato il ventennio che ha coinvolto le nostre famiglie e onore a quei pochi che hanno pagato veramente: senza vergogna e imbarazzo considero anche i miei che hanno adottato la comoda tranquillità dei treni in orario e si sono risvegliati a guerra persa! Qualche foto dei nostri in camicia nera e forse anche la mamma, insomma un popolo che si è lasciato abbagliare ed ha seguito con slancio alcune situazioni di tranquillità, un miglioramento effimero, della libera informazione se infischiavano ecc.
Io sono nato sotto dittatura ed oggi non immagino uno Stato senza democrazia. Teniamocela ben stretta e con amore cerchiamo di comprendere gli errori, omissioni, ipocrisie dei nostri anziani che hanno accompagnato con ardore e troppa benevolenza il Centennio. Grazie per l’attenzione e cordialità.