False dichiarazioni per importare mascherine dalla Cina
09:28 Giovedì 09 Aprile 2020
La guardia di finanza di Torino ha scoperto una truffa organizzato da un imprenditore trentaseienne di origini cinesi, titolare di un’azienda con numerosi punti vendita a Torino, che, approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione del coronavirus, ha importato dalla Cina diversi container di mascherine fornendo alla Dogana false dichiarazioni per garantirsi uno svincolo rapido delle merci e di superare eventuali operazioni di requisizione. I finanzieri del Gruppo pronto impiego Torino, in collaborazione con il personale della polizia municipale e dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, hanno perquisito l’azienda coinvolta, dove hanno sequestrato oltre 20.000 mascherine filtranti per le quali, in sede di importazione, era stata falsamente indicata quale destinazione alcuni Comuni della provincia di Cuneo i quali, successivamente, le avrebbero destinate alla popolazione tramite la Protezione civile. Ad aggravare la posizione dell’imprenditore anche le diciture indicate sulla documentazione che accompagna la merce, che sempre al fine di sviare i controlli riportavano la voce "capi d’abbigliamento" invece di articoli protettivi. Una modesta quantità è poi finita a questi enti locali facenti capo al Comune di Caraglio (CN), capofila per altri Comuni consorziatisi per questa necessità, ma altre 400.000 mascherine sono state rivendute ad aziende e privati in totale spregio delle direttive in questo momento in vigore. Le mascherine importate illegalmente dall’imprenditore cinese sono state rinvenute anche in un’impresa di Settimo Torinese. Qua i finanzieri hanno sequestrato oltre 25.000 dispositivi dove sulle scatole era ben chiara l’indicazione di destinazione: Ospedale di Varese. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per ricettazione. In pochi giorni i furbetti del "Qualcosa da dichiarare?" hanno intascato circa 1 milione di euro frodando lo Stato. Ora dovranno rispondere di una sequela di reati: contrabbando aggravato, falso in atto pubblico, ricettazione, frode in commercio. Oltre 45.000, per ora, le mascherine sequestrate dai finanzieri. Le attività d’indagine, coordinate dalle Procure della Repubblica di Torino e Ivrea, consentiranno inoltre di procedere con le operazioni di requisizione, destinando così il materiale a contesti emergenziali. Le indagini sono ancora in corso.