Torino, l'Europa e la Liberazione

Il futuro di Torino passa attraverso l’Europa. Sembra proprio così a leggere i documenti e i commenti sui report preparati da Enrico Letta e Mario Draghi. Sembra un paradosso che due italiani indichino nei loro lavori la strada da seguire all’Europa con le sue urgenze ed emergenze e in Italia abbiamo il governo dell’autarchia e un ministro del made in Italy (scritto in inglese) impegnato a polemizzare con Stellantis sul nome da dare a un auto. C’è una rivista di Trattori con una rubrica chiamata “Stupid’s zone”, vorrei quindi ricordargli che la Ford produsse un coupé, diffusissimo negli anni settanta chiamato Gran Torino e nel 2008 Clint Eastwood ne fece il  titolo di un suo film e che nella serie televisiva Starsky & Hutch, popolarissima in Italia,era l’auto dell’agente Starsky. La Ford, il cinema e una serie televisiva riconobbero e diffusero in tutto il mondo il nome di Torino, internazionalizzandolo. Quando, invece, noi faremo gli orti nelle rotonde?

Aggiungerei che Ford dava il nome Gran Torino a una sua auto proprio in un periodo dove a Torino la Fiat sfornava auto a tutto spiano. Ora invece la politica autarchica del nostro governo polemizza con Stellantis perché una Alfa Romeo denominata “Milano” viene prodotta in Polonia. Poi ci si chiede come mai Stellantis è fredda con il governo che continua ad annunciare l’arrivo del secondo produttore ma non ha ancora neanche approvato il pacchetto sugli incentivi e la 500 Bev produce sempre meno.

L’Europa può passare da Torino se cogliamo i messaggi che Letta e Draghi trasmettono alla Comunità Europea. Enrico Letta indica tre priorità: Velocità, Sicurezza, Solidarietà. In quanto a solidarietà, nel piccolo, la Città dei Santi Sociali ha solo modelli da esportare. La solidarietà è anche Difesa Comune uscendo dal falso pacifismo. Domani è il 25 aprile e ci racconta che la lotta di Liberazione partigiana fu lotta armata e fratricida, come ci ricorda Claudio Pavone, contro un invasore e l’ideologia nazista e contro una dittatura italiana come il fascismo: la lotta armata al nazifascismo è lotta di tutti i popoli oppressi da un oppressore, ieri come oggi.

La “Sicurezza” di Letta ben si combina con l’allarme lanciato da Draghi sulla  governance europea dove è evidente che la necessità dell’unanimità sulle decisioni non funziona più, blocca l’Europa e ne accentua il ritardo nelle scelte internazionali, strategiche, di competitività. Occorre cambiare con tempestività ripristinando le decisioni prese a maggioranza e un’Europa a due velocità oppure un Parlamento europeo veramente sovrano dove valgano le maggioranze  e le minoranze per un governo reale dell’Europa.

Come è necessaria una difesa comune uscendo dalla dipendenza di fornitura extraeuropea con il 78% di importazioni. Torino è città protagonista sia in termini produttivi che progettuali dell’industria della difesa, sarebbe interessante nella campagna elettorale per le Europee sentire dai candidati torinesi e piemontesi “qualcosa”sull’argomento.

Se la difesa comune è la strategia a divenire l’auto è l’urgenza, ma non vedo capacità di uscirne a breve stante l’agire del governo e la sua incompetenza a trattare la materia e al di là della coalizione europea vincente  il 9 giugno, mi auguro una riflessione, non ideologica, sui tempi e la scelta sui sistemi di propulsione abbinati alla lotta climatica. Dobbiamo integrare capacità e indipendenza tecnologica con le ricadute sociali e la lotta climatica  rafforzando l’industria dell’automotive europea. In questo scenario non vorrei avesse ragione un pomiglianese doc che teorizza dal 1° gennaio 2025 la fusione tra Renault e Stellantis. Certo è che la concorrenza Statunitense e Cinese, nonché indiana, anche sulle macchine agricole, si batte solo con grandi economie di scala e piattaforme il più possibile standardizzate. D’altra parte oggi è difficile distinguere una Skoda da una Volkswagen. Quindi uno scenario di ulteriori accorpamenti nell’industria automobilistica sono plausibili, credo anche auspicabili.

I richiami di Enrico Letta e Mario Draghi pongono questioni basilari per la nostra sopravvivenza e indipendenza economica e sociale. Il nostro benessere a partire dai più poveri dipende da come costruiremo un Europa più sicura e più solidale non solo tra Paesi ma con gli strati sociali più deboli. Ecco perché Torino può esserci, ne ha requisiti e competenze.

L’Europa e il suo futuro è strettamente legata alla ricorrenza della liberazione del 25 aprile, perché quando le truppe dell’Armata Rossa dell’Unione Sovietica entrarono a Berlino nel aprile del 1945 e Pompeo Colajanni, ufficiale di Cavalleria e comandante delle formazioni garibaldine, noto con il nome di Barbato, entrò, insieme a tutte le altre componenti partigiane, a Torino, non solo si posero le basi per la Costituzione antifascista ma si diede impulso a quel Manifesto di Ventotene, del 1944 a firma di Altiero Spinelli e altri, che è alla base dell’Unione Europea.

Buon 25 aprile pensando al nostro Paese: L’Europa Unita.

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