LA SACRA RUOTA

Fca nel mirino di Hyundai

Fonti asiatiche riferiscono indiscrezioni sull’interesse del gruppo coreano che sarebbe pronto a lanciare un’offerta per conquistare l’azienda italo-americana. Rally in borsa. Secondo gli analisti non si tratterebbe di una soluzione campata in aria, nonostante la smentita degli asiatici

Titolo Fca in rally a Piazza Affari. Le azioni sono in vetta al Ftse Mib sin dalle prime battute della seduta in scia alle nuove voci provenienti dall'Asia sull'interesse del gruppo coreano Hyundai. In particolare, secondo fonti citate dall’Asia Times, l’amministratore delegato di Hyundai Motor Group, Chung Mong-koo, sta aspettando un previsto calo delle azioni Fca prima di lanciare un’offerta per il gruppo automobilistico italo-americano. L'intenzione sarebbe quella di lanciarla tra l’estate e la riunione annuale degli azionisti di Fiat Chrysler nel maggio 2019, l’ultima per Sergio Marchionne come amministratore delegato.

Il principale promotore della fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Hyundai Motor Group sarebbe Paul Singer, patron di quella Elliott Management azionista del gruppo coreano nonchè di società quotate italiane come Telecom Italia. Le indiscrezioni hanno riacceso l’appeal speculativo sul titolo Fca.

Di un big deal tra Fca e Hyundai si è parlato più volte, come hanno ricordato qualche mese fa Corrado Canali e Mario Cianflone sul Sole 24 ore, con rumors iniziati nell’estate dello scorso anno di un possibile fidanzamento tra il gruppo italo-americano e quello coreano che controlla anche il marchio Kia. Le voci puntualmente smentite si sono poi rifatte sentire a fine 2017, quando Marchionne, a margine della presentazione del team Alfa Romeo F1 Sauber, aveva dichiarato che con il gruppo coreano è in atto una partnership tecnica relativa a trasmissioni e sistemi di illuminazione.

In quei frangenti Hyundai ha smentito che ci fossero contatti per un’alleanza e Marchionne aveva ribadito che non si prospettava una fusione. Tuttavia, come si legge nel report pubblicato dal giornale della Confindustria, un’ipotetica integrazione tra Fca e il gigante di Seul è stimolante, automobilisticamente parlando. Il gruppo Hyundai Motor, attualmente al quinto posto nella classifica mondiale dei costruttori, potrebbe diventare infatti il primo car maker del mondo fondendosi con quello guidato da Marchionne.

“L’ipotesi di una fusione sul Pacifico è intrigante per una serie di motivi. Hyundai Motor Company fa parte di un chaebol, cioè un mega gruppo multisettoriale che ha accesso facilitato non solo a grandi risorse finanziarie, ma anche a tecnologie di punta (robot industriali ed elettronica, per esempio) e persino (questo è un punto chiave) a materie prime come l’acciaio. Hyundai Steel, che è integrata in Hyundai Motors, è una vera major dell’acciaio. Avere la materia prima in casa è un grande asset per una casa automobilistica. Per quanto riguarda il prodotto, un patto tra Hyundai e Fca potrebbe fare del bene a entrambi. Da una parte i coreani dispongono di piattaforme moderne, più attuali e sofisticate di quelle di Fca, motori di concezione moderna, soluzioni green che spaziano dall’ibrido all’elettrico, dal gas fino all’idrogeno. Inoltre i coreani esibiscono una gamma di modelli di ultima generazione che coprono molti segmenti e in particolare quello, cruciale, dei suv. Tuttavia i due marchi coreani, a dispetto della qualità dei prodotti cresciuta enormemente in pochi anni scontano un’immagine ancora poco appetibile in alcuni mercati. E per crescere in immagine ci vuole tempo e tanti soldi. Fca ha in portafoglio marchi di grande rilevanza: Jeep, Alfa Romeo e Maserati in primis”.

Hyundai vanta una copertura commerciale globale: Hyundai e Kia sono forti anche negli Usa, centri di ricerca e di design in tutto il mondo come quello tedesco di Rüsselsheim in Germania, nella cittadella di Opel, e fabbriche diffuse globalmente, anche in Europa a Žilina in Slovacchia e a Nošovice nella Repubblica Ceca. Sono questi gli ulteriori punti a favore di un’ipotetica alleanza tra le due case d’auto che riguarderebbe anche i veicoli commerciali.

Insomma, i presupposti di sinergie tra i brand americani, italiani e coreani ci sono. E ora Marchionne rilancia sull’idrogeno. Finora il numero uno di Fca era stato tiepido e a tratti critico verso l’elettrificazione con ioni di litio. Adesso, invece, apre alle auto a celle a combustibile ed è un settore dove Hyundai è molto forte. Quello delle auto elettriche alimentate da fuel cell è un campo dove è attiva soprattutto Toyota: da anni fa sembrava essere promettente, ma finora gli sforzi delle case si sono scontrate con le difficoltà nel produrre e stoccare l’idrogeno.

In tarda mattinata arriva la smentita del gruppo asiatico che definisce senza fondamento le indiscrezioni sulla possibile acquisizione. È quanto ha precisato un portavoce di Hyundai, dopo che l'Asia Times aveva scritto che il ceo Chung Mong-koo starebbe aspettando un ribasso delle azioni Fca prima di lanciare un'Opa.

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