GRANDI OPERE

Terzo valico, fondi ancora bloccati "Toninelli prende tutti in giro"

Contrariamente alle rassicurazioni del viceministro Rixi, i finanziamenti relativi al V lotto sono fermi in attesa della fantomatica analisi costi-benefici. I lavori proseguono solo grazie a un accordo tra Cociv e Rfi

I 150 lavoratori del Terzo Valico domani non saranno licenziati, ma non per l’intervento del Governo bensì per un accordo tra il general Contractor Cociv e il committente Rfi. È quel che salta fuori il giorno successivo a quello in cui è apparso in tutta evidenza più di un cortocircuito all’interno del dicastero delle Infrastrutture con il ministro Danilo Toninelli fermo sulla sua posizione di blocco dei finanziamenti per proseguire l’opera e i tentativi del suo vice, il leghista Edoardo Rixi, per superare una situazione che ha reso incandescenti le reazioni politiche e sindacali soprattutto nella sua Liguria, così come in Piemonte.

Durissimi gli interventi del governatore ligure Giovanni Toti, al pari di quelle del collega piemontese Sergio Chiamparino, di fronte alla decisione di Toninelli di chiudere i rubinetti delle risorse. Dal Pd a Forza Italia è stato un susseguirsi di attacchi al ministro grillino accusato di grave incompetenza e, soprattutto, di scarsa affidabilità.

Dopo l’allarme lanciato dall’ex senatore dem Stefano Esposito sul blocco dei fondi per oltre un miliardo di euro, il viceministro leghista, in una nota, aveva annunciato che “il ministero dei Trasporti ha trasmesso tutti gli atti necessari alla prosecuzione dei lavori del quinto lotto del cantiere del Terzo Valico, garantendo la copertura economica necessaria perché le aziende appaltatrici non cadessero in infrazione e quindi potessero essere messi a rischio circa 200 posti di lavoro”.

Ma quegli atti, quella lettera del ministero, al Cociv non è mai (o ancora) arrivata. Da qui la decisione assunta di concerto tra general contractor e Rfi di trovare una soluzione per poter proseguire l’attività e, soprattutto, scongiurare i licenziamenti di lavoratori che solo con l’appalto a ditte esterne sarebbero stati riassunti in base alle previste clausole sociali. Una garanzia che senza finanziamenti sarebbe, naturalmente, venuta meno.

Cociv, guidato dal commissario Marco Rettighieri, effettivamente, aveva annunciato tutto l’impegno possibile per superare una situazione a dir poco critica. In una nota il general contractor aveva spiegato di “continuare ad adoperarsi con estremo senso di responsabilità per adottare tutte le misure possibili per salvaguardare il lavoro e quindi centinaia di lavoratori. Nel frattempo - si legge ancora nel comunicato - il Consorzio resta fiducioso che le somme già messe a disposizione per il V lotto, bollinate dalla Corte dei Conti e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, possano arrivare in tempi rapidi, data la necessità di un’opera come quella del Terzo Valico anche per il rilancio dell’economia e dell’intero Paese”.

Nelle stesse ore, mentre i sindacati annunciavano iniziative peraltro confermate come la manifestazione di protesta davanti al ministero il prossimo 9 ottobre, Cociv e Rfi trovavano la soluzione nella prosecuzione dei  lavori per il quarto lotto in regime di in house da parte del Consorzio, superando il limite del 40% fissato per legge e con l’impegno da parte di Cociv di non applicare le sanzioni previste.

“Il povero Rixi aveva detto che ci sarebbe stato l’anticipo dei 200 milioni, ma Toninelli se ne è fregato – commenta Esposito –. Nonostante la buona volontà, il viceministro non conta nulla e il ministro continua a fare gli affari suoi”.

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